Passa un’altra estate sui grandi progetti dello stadio. Il San Paolo è come lo ricordate. Abbandonato al suo grigio più cupo. Disadorno, con servizi indecenti, neanche quest’anno avrà il tabellone. Non può essere montato sul terzo anello, inagibile. L’incontro con il Comune è dedicato ai conti: non tornano. Il Napoli moroso per il canone rivendica il rimborso per soldi anticipati, lavori urgenti per la sicurezza. Sono previsti pochi lavori, perché l’Uefa considera l’impianto idoneo per la Europa League. Sulla megaopera annunciata a Ponticelli c’è una sola manifestazione di interesse: non basta. Bisogna attendere il 30 settembre, per ora si registrano solo lodevoli esercizi di fantasia. Come per la squadra. Parte domani per il ritiro, ma è più facile immaginare che vedere il nuovo Napoli. Si leggono però nomi interessanti. Armero copre bene la fascia sinistra: ha potenza e progressione, dovrà migliorare la fase difensiva. Ma dà migliori garanzie del Dossena apparso evaporato negli ultimi tempi, e dei graziosi balletti di Zuniga. Se Mazzarri ripropone il modulo con gli esterni, da valutare Maggio. Gli Europei lo hanno sorpreso nella forma peggiore. Si legge il nome di Cuadrado, acquisto meno probabile del quasi certo Armero. A destra esprime grande velocità. I primi tratti fanno pensare ad un Napoli ancora una volta fondato sulla rapidità, meno sulla tecnica. Carino ma incompleto. Il Napoli ha tempo e danaro per rimediare. Voci di dentro riferiscono che la società aveva offerto 12 milioni al Pescara per Marco Verratti. Sia Mazzarri («Meglio lasciarlo a Pescara per un altro anno») che Bigon scettici sul suo immediato impiego spinsero De Laurentiis al dietrofront. Il Paris Saint Germain con un milione in meno lo porta in Francia. Opportuno un chiarimento. Uno smacco che ripropone il tema: la divergenza tra la linea verde del presidente, sempre alla ricerca di giovani di qualità da pagare a caro prezzo ma con ingaggi bassi, e la prudenza di Mazzarri, che preferisce usato sicuro. Sul cantiere Napoli incombe solo qualche ombra. La società deve avere un indirizzo unico finanziario, condividerlo con l’allenatore e affidarlo a Bigon. Non può navigare a vista. Su tattica e formazione massima autonomia a Mazzarri. Avrà visto gli Europei, gli sarà facile rivedere le sue strategie. È stata fatale l’anno scorso la mancanza di moduli alternativi e di ricambi. Rimase fuori anche l’attuale titolare della nazionale argentina, il difensore Fernandez. Con il Chelsea a Londra l’infortunio di Maggio non ebbe adeguata soluzione e tutto il Napoli andò in tilt, addio Champions e terzo posto. Il Napoli è stato monotematico. Sempre lo stesso modulo e gli stessi giocatori. I risultati dimostrano che “titolarissimi” è solo un superlativo ingannevole, assente nella lingua italiana. Mai illudersi che pochi possano far tutto. Un corretto turnover e una felice campagna acquisti concilieranno campionato e Europa League. Nessuno dei due obiettivi va ridimensionato: il Napoli ha già pagato un conto alto alla sua inesperienza, meglio definita “sindrome da Champions”. Il processo sportivo riprenderà con l’audizione di Gianello. Non ancora fissata la data. Potrà confermare la versione e chiedere un patteggiamento. L’eventuale ritrattazione in Procura, e subito dopo a Roma, prevede un confronto all’americana con il poliziotto infiltrato che lo spiava.
Fonte: Antonio Corbo per Repubblica
La Redazione
C.T.
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