È un giallo sbiadito quello del viaggio di Benitez a Liverpool. Svanisce subito, se si cerca un elemento che provi una delle ipotesi più diffuse. Lite con De Laurentiis, malumori, delusione per il mercato, l’eliminazione dalla Champions? Ancora una volta la prudenza di Marco Azzi è premiata. Giallo, quale giallo?
I computer internazionali delle compagnie aeree sono di estremo rigore per motivi di sicurezza. C’è da fidarsi. Anche se non è semplice entrare nel circuito delle informazioni, su voli, passeggeri, prenotazioni, imbarco e sbarco.
Per capire che cosa succeda, bisogna però cercare una data. Quando Benitez ha deciso di concedersi una pausa? Il giorno smonta il giallo: il viaggio fu prenotato il 25 agosto, due giorni prima della sconfitta di Bilbao.
Benitez, uno dei tre allenatori della serie A invitati all’Elite Coaches di Nyon in Svizzera, aveva già inviato la sua adesione al summit tra i più autorevoli tecnici d’Europa. Non poteva sottrarsi perché l’anno scorso nello stesso incontro di Lyon fu pubblicato sul sito ufficiale un suo lavoro su tecnica e tattica nel calcio.
Due giorni prima della sconfitta di Bilbao, quando nel Napoli la speranza era preminente su delusione e polemiche, l’allenatore del Napoli confermò la sua partecipazione alla segreteria organizzativa e nello stesso tempo affidò un piano di viaggio per telefono ad un ufficio di Liverpool che cura i suoi interessi, anche i viaggi, spesso con jet privati.
Fu prenotato il 25 agosto un volo non da Nyon ma dal vicino aeroporto di Ginevra per Londra, scalo di Gatwick. Arrivo nella notte in auto a Liverpool. Della breve vacanza era stato informato anche De Laurentiis alla vigilia dell’incontro con l’Athetic Bilbao al San Paolo, il 19 agosto.
Il breve viaggio conferma la fiducia di Benitez nel suo vice, Fabio Pecchia. Ma riflette anche la tendenza dei manager inglesi. Alcuni non vanno neanche in ritiro con la squadra prima delle partite: affidano i giocatori all’allenatore. Essere manager vuol dire anche questo: l’autorevole distacco dalla squadra.
I motivi, secondo il più caro amico di Benitez, metà italiano metà spagnolo, sono familiari. L’aveva promesso alle figlie e alla moglie prima di programmare a maggio un viaggio in Indonesia.
Fonte: dal blog di Antonio Corbo
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