UNA sottile inquietudine si era insinuata nel disordine dei pensieri estivi, tra notizie di colpi veri e fittizi al mercato, tra tonfi e trionfi sul campo. E i quarantamila sono qui per liberarsene. Un po’ d’America si sovrappone intanto, nell’ansia di creare e offrire spettacolo, sempre e comunque. Irrompono quindi le cinquanta “cherleaders”, selezionate a Torino e istruite sulle terrazze di Posillipo: danzano sulle note del “Grande Gasby”. Ma la gente ha fretta di vedere e sapere quanto valga il Napoli. Poi, l’inno in un’artificiosa malinconia che rielabora e deprime lo struggente orgoglio della versione originale, riapparsa negli stadi sull’onda di grandi vittorie come quella del 1986 a Torino sulla Juve, l’inno che annunciò il primo scudetto. C’è una strana vocazione del Napoli rinato nel 2004: mettere mano ovunque, cancellare o cambiare, nella speranza di migliorare tutto, persino capolavori come quel “Surdato ‘nnammurato” ormai patrimonio del popolo delle curve. Quasi ad evocare un anno pirotecnico, i bei fuochi completano la festa, opportunamente rinviata prima dell’amichevole con il Galatasaray, a poche ore dalla tragedia di Monteforte Irpino, con quel bus piombato nel vallone dal cavalcavia. In linea con il copione scritto da Aurelio De Laurentiis, uomo che entra nel calcio senza mai staccarsi dal cinema, figurano forse anche le dichiarazioni di ostinato ottimismo: non c’è giocatore che non prometta lo scudetto. Ci credono davvero? Sembra di sì, la conferma arriva da Higuain, fuori condizione ancora, ma abilità nello smarcarsi, mira e cinismo gli regalano il primo gol della sua esperienza italiana.
È quello che aspettavano i quarantamila, sono qui per sapere come sta il Napoli, fino a che punto possono fidarsi, se i cinque gol subiti nelle due gare di Londra, con Arsenal e Porto, sono un allarme da ascoltare o da considerare rimosso? Fantasticando quella di Higuain nella ripresa, la prima risposta arriva subito. Il gol di Behrami dopo sei minuti già consolida una certezza: Insigne è uno dei fari costanti, il suo assist per il primo gol è da applausi, interno destro da sinistra, sbilanciando la lenta difesa portoghese. Non solo quello. Ci sono segnali molto interessanti e fondati che il momentaneo pareggio di Luisao non cancella. Va sistemata la difesa, ieri schierata con il quartetto improbabile Mesto, Albiol, Britos e Zuniga da destra a sinistra. Ma sono incoraggianti almeno tre innovazioni. La squadra gioca una ventina di metri più avanti come con il Galatasaray, è più densa e compatta con possesso palla e costante gioco a terra, sa infilarsi nella pasticciata difesa del Benfica. Il centrocampo non è il sofferente reparto dell’anno scorso spesso soffocato in inferiorità numerica, ma trae vantaggio dalla buona prova di Behrami ed anche Inler caparbio fino ad eccedere in falli. Si avvale poi della posizione di Callejon, che pur non brillando sul piano personale dà spessore alla zona mediana. Diagnosi facile: non è un caso se per segnare al Napoli occorrano i calci piazzati, come la testata di Luisao su punizione lunga e fuorigioco accennato e rientrato. Su azione, con un centrocampo così, il Napoli invece regge l’urto. Funziona anche la continua inversione di Insigne da sinistra a destra. Nel primo tempo, un centrocampo folto e dinamico tenta di raggiungere Higuain, in preparazione, ma in chiaro progresso. I mediani coprono il campo e cercano gli inserimenti per lanciare l’erede di Cavani. Il 4-2-3-1 annunciato ricorda più spesso un 4-5-1, ma non dispiace. È il divario con il secondo da non sottovalutare, quindi. Si rivede il Napoli dello scorso campionato: Cannavaro, inserito nella ripresa, offre il suo lancio lungo per mascherare stanchezza ed una lacuna. A centrocampo mancano uomini di palleggio facile per abbassare il ritmo e conservare il dominio del gioco. Stenta quindi la squadra a ripartire. Il superiore ritmo del Benfica è giustificato: il suo campionato comincia il 18 agosto, una settimana prima. Nella serata dei fuochi d’artificio, c’è il gol di Higuain a fissare la vittoria e bruciare qualche dubbio. Un centrocampista di qualità ed un difensore che stabilizzi il reparto sono persino più urgenti del bomber da alternare ad un già convincente Higuain.
Fonte: Repubblica
La Redazione
R.D.G.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro