Il Napoli finalmente si accorgerà che è insostituibile, e si convincerà che vale forse più dei 63 milioni fissati come barrage per allontanare gli acquirenti. I club europei con casse bucate rimuoveranno nello stesso tempo gli ultimi dubbi. È la partita che infiamma il mercato di Edinson Cavani, ma va riletta con massima attenzione. È giusto sfasciare la squadra nel reparto migliore? Il Napoli è passato agilmente in vantaggio, nel primo tempo per ben due volte, grazie ad un meccanismo micidiale e rodato. Avrebbe mai varcato la soglia dei cento golCavani senza le sue due muse? È ispirato da Hamsik, primo nel campionato italiano per assist, ma sempre più da Pandev. È di ieri la ulteriore prova della sua maturità. Non è più lo stempiato tardone della fase offensiva che giocando spalle alla porta la rallenta. Pandev rifinisce con puntuale genialità. I suoi lanci di raro tempismo raggiungono Cavani, che è l’apoteosi della mobilità. Il suo continuo muoversi è la più luminosa scintilla di modernità. Saprà davvero farne a meno il Napoli, rassegnato a farsi soffocare di milioni? La mobilità di Cavani e la sua intesa con Pandev, acquattato tra le linee, non sono state ben valutate dall’Inter. Stramaccioni offre una difesa a tre con giocatori che si dibattono disperati come naufraghi in quel modulo: non è quello il sistema difensivo per Ranocchia e Chivu possono tollerare, soffre anche Juan Jesus. I primi due si fanno trovare inermi e distanti come sentinelle nascoste nelle garitte quando Pandev lancia in verticale Cavani, che trova aperto un varco centrale, grossolano errore di Ranocchia e Chivu. È in vena di cortesie anche il Napoli: ricambia schierando il solito Zuniga, che chiede solo pochi minuti per rimarcare i suoi limiti difensivi e il divario con l’escluso Armero. Il ballerino colombiano Zuniga si appoggia ad Alvarez. Il più inutile e meno contestabile dei rigori ripropone i disagi di Zuniga, confermato a dispetto delle sue deludenti prove, almeno quanto Britos, irritante nel suo lezioso perder palla. Né brilla Gamberini, il barbuto e pensoso difensore che sostituisce male Campagnaro, già arpionato dall’Inter e già rimpianto a Napoli. Che sarebbe il Napoli in difesa se non vi fosse Cannavaro, sempre in sintonia con Behrami che fa da schermo, e senza De Sanctis in chiarissima ripresa? Con Zuniga che non indovina le diagonali difensive, con Britos e Gamberini che riflettono, è difficile esorcizzare l’Inter, pur lacerata da infortuni ed assenze. Bastano Guarin e Alvarez, seguiti a vista dagli esterni Jonathan e Pereira. Hanno buona tecnica e sono adorabili apolidi Guarin e Alvarez, il Napoli non sa dove aspettarli, fino a subirli oltre misura. Guarin sfugge sempre Gamberini spingendolo verso l’uscita, con noie muscolari. È una opportunità per Rolando, visto e non visto più. Qualcosa deve inventare anche Stramaccioni. Ha in Kovacic un elegante centrocampista, giovane dalla corsa rotonda e facile alle accelerazioni. Ha in Kuzmanovic un altro mediano abile negli inserimenti. Ma non è soddisfatto del giovane Benassi che sposta da una zona all’altra fino ad escluderlo per chiedere una grazia a Cambiasso, che fa da schermo alla difesa e imposta, meglio collegandosi con Guarin frenetico uomo- ovunque dell’Inter, alla fine consegnato a Behrami. Mazzarri sacrifica quindi Dzemaili. Alle geometrie di Cambiasso risponde con l’effervescenza di Armero. Sullo stesso filone, entrerà anche Insigne. È la freschezza primaverile che fa grande il Napoli, secondo a testa alta. C’è un’estate per fare i conti con la Juve.
Fonte: Antonio Corbo per La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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