Di un allenatore si può sapere molto, di Spalletti quasi tutto. Il suo Napoli già parla. Anche in questa movimentata estate che lo porterà come la carovana di un circo da Dimaro a Monaco di Baviera, a Cracovia, quindi a Castel di Sangro. Ancora prima di smontare le tende in Trentino, Spalletti in una sola partita declina un calcio che rompe con due dei precedenti tecnici. Non c’è più nulla di Sarri e Gattuso. Se il secondo imitava spesso il primo accentuando il palleggio e i passaggini in orizzontale, talvolta oziosi e pericolosi, il Napoli nuovo attacca subito con il giocatore più vicino il portatore di palla avversario. È il classico pressing ad uomo che predicavano gli slavi, da Milijan Miljanic a Tom Ivic a Bora Milutivnovic. Negli ultimi tempi, il Napoli in fase passiva preferiva arretrare in attesa che la difesa si sistemasse. Atteggiamento più sicuro, ma fa perdere un tempo nella ripartenza. Dovrà adeguarsi adesso Fabiàn Ruiz. Come Sarri, anche Spalletti concede un tocco massimo due. Con una differenza: guardare sempre avanti, giocare in verticale per accompagnare Osimhen nelle sue poderose cavalcate. È quindi il nigeriano il perno del gioco offensivo. Nella mente di Spalletti si leggono due concetti. Massima velocità e verticalizzare. Nella prova con la Pro Vercelli l’allenatore Giuseppe Scienza ha favorito il test marcando uno contro uno Osimhen, ed il gigante è stato travolgente, pur segnando solo un gol. C’è tempo. Annuncia il 4-2-3-1, ma proprio per favorire Osimhen non si esclude il 4-3-3. Se la catena di destra è già predisposta, dovrà essere sistemata a sinistra con un acquisto, un mancino di potenza pari a Di Lorenzo. In attesa che torni il difensore campione d’Europa, si segnala un gioiello: Alessandro Zanoli, una scoperta di Giuntoli, ex Legnano con ben 37 presenze in C a vent’anni. Se Spalletti ha coraggio, può evitargli il solito trasferimento che fa invecchiare e marcire i talenti. Un altro nome, difficile da ricordare, si è fatto notare sabato: Folorunsho, mamma romana e padre nigeriano, già 23 anni, centrocampista di inserimento, 6 gol e 3 assist in 30 partite in B con la Reggina. Spalletti chiede la conferma di tutti, si spera anche di questi due ragazzi. La sua ostinata ammirazione per l’attuale compagnia rivela un altro retropensiero. Ritiene di aver carpito i correttivi che impedirono per la terza volta a Gattuso di fallire la Champions sempre per un solo punto in meno. Con il Napoli 77 e 62 punti, 68 con il Milan. Una squadra che Spalletti spensa di centrare annullando gli sprechi dello scorso anno, gli basta questo per chiudere in favore del presidente la vecchia sfida, il girone di astio con Gattuso. Ma non vorrebbe concedere a De Laurentiis, finora immobile sul mercato, la vendita di Koulibaly. Lo definisce il miglior giocatore che abbia mai allenato. Chissà come l’ha presa Totti, se l’ha letto.
Fonte: Antonio Corbo per “Il Graffio” di Repubblica
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro