È il più malinconico dei pareggi. Il Napoli lentamente raggiunge la Roma al sesto posto, appena un punto con il Bologna (quintultimo) che lo soffoca: pressing alto e meccanismi tattici efficaci. Gli nega le ripartenze. E il Napoli adesso non sa fare altro.
Alla seconda notturna della settimana, la ottantesima dell’era De Laurentiis, il Napoli arriva distratto. Giovedì il Cesena con Popescu in Coppa Italia, ieri il Bologna con Acquafresca in campionato: subito punito, va in svantaggio e si contorce senza reagire. Non è questione di modulo, ma di concentrazione. Il modulo semmai è simile per tutt’e due le squadre, il Bologna che si schiera in assetto speculare lo interpreta meglio. Il divario è nel confronto fra giocatori dello stesso ruolo. Cavani è svagato quanto vispo sembra Di Vaio, a centrocampo Mudingayi è mobile ed anche solido, al contrario di Inler che si sveglia tardi. Schierato davanti ad una difesa a tre, ben protetta, Mudingayi gigante d’ebano tende a destra per incrociare Hamsik, considerato il più pericoloso del Napoli. Mazzarri invia in quella zona Gargano per alleviare i disagi di Hamsik, ma ci ripensa poco dopo, appena si accorge che il suo centrocampo è in difficoltà contro l’elastica linea orizzontale Pulzetti-Mudingayi- Perez-Morleo. Arretra quindi Hamsik per rafforzare l’asse Inler-Gargano. Il Napoli soffre meno, ma si scompone. Il terzetto difensivo del Bologna regge bene perché non perde mai le distanze. Gioca stretto. Il veloce Raggi vigila a destra in attesa di Dossena a sua volta impegnato contro l’esterno Pulzetti, mentre Antonsson al centro con il mancino Cherubin manda a nanna il temuto Cavani per oltre un tempo. Ma Cherubin non perde di vista neanche Pandev, almeno lui molto attivo. Il Bologna a destra non teme Maggio, che trova sulla corsia un motivato Morleo. Ma oltre a Mudingayi, tante volte trattato dal Napoli al mercato, molto incide il congegno offensivo. Safir Taider, schierato a sorpresa, è un giovane francese di padre tunisino segnalato dal talent-scout Bagni. Si mette nella scia di Di Vaio e Acquafresca rivelandosi prezioso: i tre sanno attaccare, ma portano un vigoroso pressing alto che annebbia le idee dei difensori disturbandone la costruzione. Bisogna attendere quasi un’ora per assistere alla reazione del Napoli. Mazzarri prova qualcosa di nuovo: esclude Campagnaro, non certo per punire lo scivolone che favorisce il gol di Acquafresca, solo per eliminare un elemento tatticamente sterile. Inserisce Zuniga a destra, la difesa idealmente a 4 diventa più dinamica e rendere vano il pressing del Bologna, che però nel finale accusa la fatica. Alla fine, Mazzarri reinventa il Napoli: fuori Maggio, nel 4-3-3 arretra Hamsik tra Inler e Gargano, e infila in avanti Vargas. quindi Lucarelli per Inler negli ultimi minuti. Per allestire il solito disperato assalto finale, più muscoli che idee. Il più illogico Napoli del campionato offre secondo logica a Di Vaio il brivido di qualche contropiede. Il caos fa spettacolo, eccita i tifosi, ma non sempre regala vittorie.
Fonte: Antonio Corbo per Repubblica
La Redazione
C.T.
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