Sulle agende di De Laurentiis e Spalletti si leggono due date in rosso. Attraverso i prossimi week-end passano i destini del Napoli. Milano, sabato 5 febbraio Inter-Milan. Il risultato ideale è un pari. Ipotizzando con pari ottimismo la sua vittoria a Venezia domenica prossima, il Napoli giocherebbe il primo, vero spareggio scudetto dell’anno il 13 febbraio a Fuorigrotta con soli due punti meno dell’Inter: 52-54. Dov’è la notizia? Eccola, una prospettiva così favorevole si disperde nel grigiore di questi giorni, intorno al Napoli c’è uno strano disincanto. La squadra è tornata a vincere (9 punti con Sampdoria, Bologna e Salernitana) in un diffuso scetticismo, descritto dalle cifre: nell’ultima partita il limite dei 5mila spettatori non è stato neanche sfiorato. Meno di tremila paganti. È cominciata la ricerca delle cause. Nella città che non ha mai lesinato entusiasmo per il calcio, con tifosi in ansia da trent’anni per il terzo scudetto fino a farne un’ossessione, si registra un lento passaggio da euforia talvolta eccessiva ad un insolito distacco. Intorno al Napoli che si rialza, c’è una platea muta. Distratta. Diffidente. Il tema è stato posto ieri su queste colonne dal rettore emerito Guido Trombetti con i toni preoccupati di un tifoso vip peraltro in contatto con il presidente del Napoli. De Laurentiis spesso interviene su una chat che discute le sue riflessioni. Trombetti indica nello stadio poco attrattivo, disadorno, irraggiungibile per carenza di servizi e metropolitana efficiente una causa del disamore. Solo questa? È interesse del Napoli cercarne altre. Dovrebbe essere compito del marketing, magari per rassicurare gli sponsor, per riaccendere le luminarie di una festa che accompagni la volata Champions, per escogitare iniziative di più incisiva seduzione. È il momento di una operazione simpatia, anche in previsione di limiti meno restrittivi allo stadio. Per sua fortuna il Napoli entra in questo circuito finale nelle condizioni migliori. La squadra ha recuperato velocità di navigazione dopo la fase centrale di dicembre con soli 15 punti in 11 partite. Nell’emergenza i supplenti hanno dato prova di affidabilità: da Lobotka ad Elmas, da Rrahmani a Juan Jesus. Sono ormai titolari credibili. Mentre la Juventus si sta svenando per l’ennesima campagna acquisti ed il Milan tradisce qualche pausa. Anche il Napoli società sembra rinfrancato da migliori intuizioni di mercato. Anguissa ed altri colpi potenziano la squadra riequilibrando anche la spesa corrente. Secondo uno studio dell’analista finanziario Fabrizio Vettosi, condivisa da De Laurentiis, sarà abbassato il monte ingaggi. Dai 150 milioni attuali, occorre un taglio tra i 70 e 40. Vanno calcolate le cifre lorde. Uno stipendio di 400mila euro costa al Napoli circa 900mila. L’età media è alta, sono aumentati i guadagni ma è diminuita la quotazione di mercato, la possibilità di far cassa con la vendita. Il mancato rinnovo di Insigne, Mertens, Ghoulam e Ospina è l’inizio. Verranno giovani di talento con ingaggio più modesto. Cristiano Giuntoli è già al lavoro per i ricambi. Ci proverà. Risparmiare senza indebolire, è la missione che gli è stata affidata. Spalletti intanto dovrà trarre il massimo dai prossimi due week-end. Vittorie con Venezia e Inter, ecco le prime scintille per portare il Napoli oltre il gelo del suo strano inverno.
Fonte: Antonio Corbo per “Il Graffio” di Repubblica
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