Il primo gol dopo soli due minuti richiama una acida favola degli anni Ottanta. Dino Viola, presidente di quella Roma che soccombeva allo strapotere della Juve fuori campo, osservava con sarcasmo che «gli scudetti sono sempre questione di centimetri». Ventuno quelli che dovrebbero cancellare la rete di Llorente per fuorigioco. L’avvio folgorante della Juve ha evidentemente turbato anche i riflessi dell’intero vagone di arbitri. L’ombra di un rigore per un fallo di Ogbonna su Higuain, capovolto in fallo contro il Napoli, rafforza i dubbi sulla lucidità del fiorentino Gianluca Rocchi, ma non restituisce a Juve- Napoli l’ineludibile verità. La Juve ha il dominio del gioco nel primo tempo per motivi tattici ma soprattutto fisici. È l’intensità a farla grande, a consentirle di contrarsi in difesa, chiudere gli spazi, dilagare con armonico tempismo. Conte con il 3-5-2 chiude le fasce nella fase passiva allungando la cerniera dei 5. Blocca l’iniziativa di Callejòn appannato e di Insigne che si fa notare solo dopo una ventina di minuti e diventerà pirotecnico nel finale. La Juve manda intanto Vidal su Behrami e Pogba su Inler. Nella parte iniziale Pogba domina, mettendo in difficoltà Maggio sulla destra del Napoli. Sul versante opposto è vivace Armero, con Isla non meno insidioso. La chiave tattica emerge: bloccato sulle corsie esterne dove anche Callejon sembra evaporato all’inizio, il Napoli deve creare gioco al centro, dove però i mediani Inler e Behrami sono ben controllati e Hamsik chiamato al confronto con Pirlo dà il peggio di sé nella prima parte, giocando a cresta bassa. Qualche proposta arriva dalla difesa, con Fernandez e Albiol per Higuain che si muove molto, ribellandosi come una tigre ferita in gabbia. Ogbonna vale Chiellini, nella vigilanza di Higuain spesso circondato. Sarà espulso lui, però. La sudditanza è riscattata dalla ripresa. Tonica, orgogliosa, convinta. I motivi tattici. Primo: Benitez fa convergere al centro Callejon per dare forza ad Hamisk. Callejon inventa una traiettoria obliqua, sale dalla destra quasi a tracciare una bisettrice. Ma dà più libertà ad Asamoah. Secondo: il declino di Pogba favorisce Inler, quindi dà spazio, il Napoli avanza di almeno trenta metri. È qualche iniziativa di Asamoah sulla sinistra, in qualche modo liberata da Callejon, a creare una via d’uscita alla Juve assediata. Benitez fa appena in tempo a mandare Mertens su quel versante, rinunciando a Callejon che ha finalmente trovato il senso della sua partita. Ma Pirlo, che ha già vinto il duello personale con Hamsik, sembra salire sul podio: il direttore d’orchestra decide. Vuole la sua parte di protagonista. Con una pallonata telecomandata dal destro all’incrocio. È lui che risveglia Pogba, gli dà forse l’idea. Stessa sassata per il 3-0 alla sinistra di Reina, che ha parato molto. Forse troppo per una squadra che sogna lo scudetto.
Fonte: La Repubblica
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