L’altra mattina saliva le scale del suo solito albergo con la vittoria addosso. Corso Vittorio Emanuele, sabato non c’era il Napoli al “Britannique The Naples” e non pensava di esser visto. Gli umori di Aurelio De Laurentiis li rivela il look. La camicia a fasce larghe bianche e azzurre è un segnale di ottimismo, aveva cercato un contatto con lo staff di Insigne. Voleva che il capitano del Napoli giocasse sereno, che sentisse sempre la squadra come sua ed il rispetto della società. Una conversazione di un’ora e dieci. Troppi i dubbi e i pregiudizi in un rapporto diventato difficile dopo la rivolta del 5 novembre 2019, ancora di più dopo il 23 maggio scorso, con il quarto posto Champions ceduto alla Juve. Ci pensava da giorni. In un settembre complicato ha sciolto il primo nodo.
1) Il rinnovo. Posizioni ancora distanti, ma clima di ritrovata cordialità. Qualcosa più di un disgelo. Ma meno di un accordo. Perché tra Napoli ed il suo capitano la trattativa sarà ripresa nei prossimi mesi, forse in primavera. Quando Insigne, alla svolta dei 31 anni, potrà accettare l’offerta migliore. Ma sarà solo lui a decidere, ormai svincolato. Le posizioni si delineano. Il giocatore preferisce rimanere a Napoli, guadagnando di più. I 6 milioni ipotizzati dall’Inter, se confermati, lo tentano. La posizione del Napoli è simmetrica: spera che Insigne rimanga. Ma la linea è quella di ridurre il monte ingaggi, salito nella stagione scorsa a 156 milioni lordi. C’è tempo, i risultati creeranno l’atmosfera per conferma o distacco.
2) La tabella. Settembre è già il mese della verità. Giovedì il Leicester, il 30 lo Spartak in Europa League. Le tre vittorie su 3 svettano in un contesto di diffuso regresso. La fuga di Ronaldo e Lukaku è la spia trascurata di un campionato impoverito. A Napoli, la Juve ha detto ancora di più. Per leggere meglio il suo futuro il Napoli deve attendere le 4 gare con Udine, Cagliari, Samp e Fiorentina, il 3 ottobre a Firenze fine del primo ciclo.
3) Il coraggio. Il Napoli trae dal carisma di Spalletti una forza tranquilla. L’ha dimostrata nelle tre concitate vittorie con Venezia, Genoa e Juve
4) La novità. Zambo Anghissa promosso. Mezzala che contrasta e sostiene Fabiàn Ruiz. Giuntoli lo seguiva da tempo. L’ha afferrato a costo irrisorio, per ora. Ventisei anni a novembre, può essere riscattato a fine stagione dal Fulham. Tre milioni l’anno, 15 per il cartellino, operazione da 21 lordi.
5) A sinistra il solo Mario Rui non basta. È qui che si decide molto. Né convince Di Lorenzo con Malcuit a destra, meglio Zanoli. Se è vicino davvero il recupero di Ghoulam, giusto rischiare. Altrimenti, chi ha sbagliato?
6) Il modulo. La ripresa conferma che Osimhen con una punta accanto (Ounas al posto di Elam) cerca meglio la profondità, Il 4-2-3-1 sembra quindi da preferire.
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