Vedo nel Napoli una luce nuova. Presidente e allenatore che vanno insieme in barca, che parlano, felici di essersi incontrati. Hanno voglia di fare. Si fidano l’uno dell’altro. Sembra così. Non mi lascio trascinare nel labirinto di ricordi. Non parlo del rapporto tra presidente e allenatore fino ad un mese fa a Napoli, oggettivamente astioso. Non so a chi darne colpa. Niente provincialismi.
Un giornalista racconta il presente. Cercando elementi nuovi, inediti, suggestivi. Se ha capacità di sorprendersi è davvero in grado di interessare il lettore. L’unica dote che non può mancare è proprio la ricerca onesta e senza pregiudizi di immagini e fatti nuovi.
Credo che l’ambiente debba disintossicarsi. Liberarsi dei veleni che a gocce arrivavano al pubblico. Diffidenza, rancore, veti inconfessati hanno tormentato il rapporto tra De Laurentiis e Mazzarri. Si sono formati due partiti. Magari tre.
Non interessa, è ora di seguire il Napoli che corre verso il futuro in un clima di assoluta civiltà professionale.
Un Napoli europeo, finalmente. Riceve giornalisti da mezzo mondo con tre interpreti, cuffie e regia. Fino al 1990 ho girato anch’io: America, Europa, parte dell’Asia e il Maghreb africano. Dai fantastici saloni del Giants Stadium New Jersey alle alture colombiane di Barranquilla. Non avevo vita facile, ed è successo che mi spegnevano la luce in tribuna stampa se la squadra del posto aveva perso ed erano rimasti a scrivere solo i giornalisti stranieri. Nel mio kit di inviato ho imparato ad usare il lapis che non cede alla pioggia negli stadi scoperti come a Bucarest, e la lampadina con la pila. Nessun club si è preoccupato di farmi tradurre le interviste o le conferenze, né mi ha chiamato un taxi a mezzanotte quando a Lisbona finiva la partita. Cominciava alle 22.
Un Napoli che vuol darsi un tono è una novità entusiasmante. Dai nomi di possibili acquisti, vedo che la società si è anche liberata del fascino di certi mediatori sudamericani. Con Benitez non arriverà mai un Chavez, mi auguro che non vi sia neanche posto per gli opachi Donadel e Mesto, richiesti da Mazzarri, ma passati alla storia come significativi colpi di Bigon. Quel Bigon che ha l’opportunità di dimostrare finalmente quanto valga.
Seguo la partita di Cavani, e ne parliamo. Questione di ore. Il blog non va in ferie. È aperto per chi ha voglia di confrontarsi, riflettere, intervenire. È chiuso per chi porta in vacanza anche la mente e passioni del cuore.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
M.V.
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