Il Napoli trova in Scozia l’avversario che si aspettava. Spalletti sapeva come i Ranger avrebbero fatto giocare il Napoli. Nebbia al centro, in attesa di qualche fascio di luce. L’olandese Giovanni Van Bronckhorst, scuola Arsenal e Barcellona, rinnega le sue grandi scuole inseguendo gli avversari. Uomo contro uomo. Come in Italia avrebbero fatto Juric e Gasperini. A soffrirne sono almeno i n tre. Lobotka è circoscritto da Arfield, non può dirigere il gioco, come se gli avessero strappato il telecomando. Si disperde per il campo Anguissa. Deve limitarsi a qualche gioco di abilità il funambolo georgiano, Kvara non trova i contatti con Simeone.Gioca da solista, anche perché i Rangers lo affidano a due. Godson destro nel terzetto difensivo e Tavernier che esterno di un improvvisato 3-5-2. La consegna era: aspettare un fascio di luci. E va tutto secondo programma. Dopo oltre un’ora, quando Simeone è affondato in uno dei classici raddoppi Sanda-Goldson. Grazie ad una incursione carica di suspence che il Napoli realizzare in verticale. Una fuga in direzione centrale come non se n’erano viste. E qui comincia lo spettacolo dei rigori, protagonisti il 41enne Mc Gregor che legge nella mente di uno stanco o annebbiato Zielinski volando a destra per respingere la prima volta, la sala Var annulla il gol su ribattuta di Politano per una esecuzione irregolare da parte di entrambe le squadre, il portiere in anticipo l’anomalia più evidente. La fiducia non esalta ma appanna i riflessi di Zielinski: ripete lo stesso rigore e Mc Gregor la stessa parata. Bisogna attende un secondo colpo di luce quindi. Lasciate che ci provi Kvara, che centra anche il braccio di Barisic con un tiro perfido dopo una delle sue azioni che squarciano la difesa. Lo show è il suo mestiere. Stavolta Zielinski si allontana a riflettere sulle sue amnesie, va a battere Politano con un tiro che cambia lato ma che anticipa di un soffio la manona di Mcgregor. Il maturo portiere, longilineo e agile nelle estensioni laterali, indovina ancora una volta, ma non anticipa il volo e arriva quindi in ritardo. Slegati i giocatori del Napoli dai controlli ossessivi dei Rangers, la partita cambia. Lobotka torna a dirigere come sa negli spazi promessi, ci si mette poi Spalletti. Dopo la formazione mandata a gestire una partita di cupi equilibri, indovina anche i cambi per proteggere il vantaggio. Tre nuovi: Olivera, Zerbin e Raspadori che entra con il bancomat che gli era rimasto in tasca sabato scorso. Lo infila per il raddoppio. Ne ha uno anche Spalletti, lo cede a Ndombele che va a riscuotere il terzo. Più coreografia che gioco tra rigori e colpi di scena. Che strana Champions, ma va bene così a pochi giorni dal Milan.
Fonte: Antonio Corbo per “Il Graffio” di Repubblica
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