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La Repubblica

Corbo: “Il Napoli non può fare mercato senza intermediari, bisogna creare una nuova rete che faciliti gli affari”

Benitez deve dimostrare che il suo progetto non si è arenato

Nell’estate più grigia del Napoli, Benitez ha riunito il suo staff per rivedere cinque volte in Hd affanni e spiragli del pari con l’Athletic Bilbao. Si spera ne abbia carpito i punti vulnerabili per dare una spallata ai rivali baschi, irritati dalla rocambolesca sconfitta con il Malaga. Chissà se ha avuto tempo e voglia per riflettere su un tema più ampio: perché mai il Napoli, il Napoli del suo sbandierato progetto, si sia presentato incompleto e malconcio alla prima di due gare che valgono una stagione. In quel ciclo trionfalmente aperto nella precoce estate del 2013 crede ancora, e che cosa fa per prolungarlo? Una cruda analisi rileva che il club da inseguire l’anno scorso si è attrezzato per prendere il volo. La Roma non scherza. […] E’ triste per Napoli osservare che il sindaco de Magistris e il presidente De Laurentiis, con colpe o meriti che non tocca a noi definire, non si sono mai mossi da robusti annunci. La vocazione al grandioso ha fatto registrare solo eccitanti voli di fantasia. Aerei e progetti sono rimasti a terra.
Al confronto con uno stadio di 300 milioni, che offre in prospettiva 1200 posti di lavoro e un giro d’affari per un miliardo e mezzo, si muove anche a Napoli qualcosa: a Natale aprirà con il plauso del cardinale Sepe il museo della storia del calcio in via Medina. Segnandosi la croce, anche i tifosi sperano che il Napoli riprenda l’inseguimento della Roma e della Juve e si augurano che il progetto Benitez non si sia arenato. Il deludente mercato non può escludere Benitez, che si è giocato un po’ dei meriti accumulati un anno fa. Con il Napoli in ritardo, con Cavani appena fuggito e una squadra da rifare, fu decisivo Benitez. Come chi si rivolge al gioielliere di fiducia per acquisti sicuri e urgenti, si affidò all’amico Quillon. Il Napoli aveva molti soldi da spendere, prese al volo quattro dei cinque gioielli che Quillon mostrava in vetrina: Albiol, Callejon, l’ingaggio di Reina e per ultimo Higuain. Con il Napoli che non spende, stavolta la bottega di Quillon è chiusa. Se hai tanti soldi, apre. Se chiedi giocatori di occasione, magari in prestito, Quillon neanche ti ascolta. È evidente la difficoltà del Napoli ad operare senza intermediari. Il calcio ha i suoi padroni segreti e le sue leggi non scritte. Il Milan si libera in mezz’ora di Balotelli e incassa 20 milioni: gli basta delegare l’ex pizzaiolo di Nocera Inferiore Mino Raiola, poliglotta con agganci in tutta Europa. Oggi Raiola è tra i più ascoltati intermediari con Bronzetti, Bozzo, Vigorelli, Branchini e qualche altro. Un giovane agente Fifa si è molto battuto per Gonalons e Fellaini, ma senza fortuna. Ritorna il nome di Lucas Leiva, forse il migliore tra quelli che si sono sentiti finora. Un mediano che sa anche organizzare il gioco. Quello che manca. In attesa del verdetto Champions e di qualche acquisto, è auspicabile che il Napoli sappia crearsi una migliore rete di mercato per poter vendere agilmente e puntare dritto sui giocatori indicati da Benitez. La vocazione al bricolage è lodevole, ma non sempre dà risultati. Inseguire buoni affari è più facile per chi non lesina mance. Nel forbito linguaggio dei mercanti, si chiamano commissioni.

Antonio Corbo per La Repubblica

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