Sette giorni al campionato, 16 alla fine del mercato. Il Napoli sembra una comitiva stralunata all’aeroporto. Deve partire, ma nessuno sa né dice nulla: si imbarcheranno tutti, arriverà qualcuno con biglietto “last minute”, e per andare dove? Sono ore cruciali di una stagione gestita con rassegnato fatalismo ancora prima della fuga clandestina di Higuain. Svaniti livori e delusione, rimbombano le parole del fratello Nicolas a tre radio il 27 giugno.
Ecco, qual è il progetto del Napoli? Se lo chiedono i tifosi, la reazione è nello stadio vuoto: preoccupa il disamore. E dire che negli ultimi cinque campionati il Napoli è stato secondo per punti, gol e ranking Uefa solo alla Juve. È ancora al bivio: vincere o incassare? Nessuno si pronuncia in una strana estate di rari colpi e troppi rifiuti, di promesse e favole. Quella di Icardi è per fortuna superata. Bravi tutti a raccontarla: come in un film, subito dopo la notizia della firma di Higuain con la Juve, De Laurentiis con Chiavelli vola in elicottero nella vicina Verona per incontrare non i dirigenti dell’Inter, ma amici della signora Wanda Nara. Il giorno dopo, 18 luglio, è lei che invita il presidente a Milano per trattare l’ingaggio del marito, altro volo, altre foto. In un mese non è cambiato nulla: le eliche hanno smosso solo aria. Aumenta però lo stipendio di Icardi, i cinesi dell’Inter imparano a conoscere la bionda Nara. Mancano i titoli di coda, ma il film è finito. Che Napoli resta?
Una squadra forte, come quella del secondo posto. Persino migliore nella struttura. In difesa arriva forse Maksimovic, visto che Tonelli è dato tra i dispersi. Preoccupa un po’ Reina, ma Hysaj è in entusiasmante progresso. Zielinski e Rog sono alternative di qualità per i tre mediani. Giaccherini è un jolly modesto ma utile al centro e per gli esterni: Mertens e Callejon sono ormai a regime, Insigne oscilla teso tra look e ingaggio. La grande incognita coincide con il vuoto lasciato da Higuain. Per ripetere il secondo posto, bisogna replicare gli 80 gol. Si fa presto a dire che segneranno di più anche gli altri. Una pericolosa illusione. Perché il modulo non cambia: tutto si svolge a sinistra, ed è finalizzato alla ricerca della punta centrale, ruolo prenotato da Milik. Segnerà lui i 36 di Higuain? Ripeterà Insigne i suoi 12? Non sono significativi gli 11 delle tre ultime amichevoli per il valore di Nizza, Monaco e Hertha Berlino.
Ai tifosi dispiace che sia andato alla Juve, ma l’addio di Higuain era prevedibile. Il Napoli non ha preparato un piano di riserva, né esce dall’enigma di Gabbiadini. Berlino dimostra che Milik si collega meglio nel gioco, rientra, collabora. A Pescara magari Gabbiadini sarà titolare. Ma è disposto a vivere ancora in altalena? Deve dirlo Sarri, ma preferisce tacere. Nell’unica intervista dell’estate ha detto: «Quest’anno non firmo per il secondo posto». Quindi: non garantisce neanche quello o vuole lo scudetto? La squadra della Sibilla parte domenica, ma non sa e non dice altro.
Fonte: Antonio Corbo per “Repubblica”
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