ZUNIGA in un mondiale è uno dei tanti. Non lo è Neymar. Il bomber del Brasile e del Barcellona, uscito in barella, è ormai fuori dal mondiale: sperava di farlo vincere al Brasile, che invoca per Camilo Zuniga un processo, improbabile. Fluviali invece sono insulti e accuse su giornali e web. «Assassino, killer, mostro….» sono parole che porterà via il tempo, preoccupano le minacce. Zuniga ha inviato una lettera per comunicare la sua tristezza e ribadire che non aveva alcuna intenzione di far del male a Neymar. Un giocatore pagato 4 milioni netti l’anno dal Napoli dovrebbe essere più attento, anche se stanco. Sbatte da dietro su Neymar, con la mano destra si appoggia sulla spalla, con il ginocchio sinistro alto colpisce la schiena. «Buonafede», dicono lui e la Colombia. Ci mancherebbe. Anche Maradona spende una parola buona, al contrario di Fabio Cannavaro, «gli ha fatto male di proposito», insinua il titolo del suo giudizio. Con un giro tortuoso, acido anche Del Piero, inviato di Sky che si distingue per la vocina due volte più bassa del telecronista e per analisi leggere come soffi di talco.
Neymar tornerà presto, che sarà di Zuniga? La sua immagine compromessa lo riporta al Napoli. Era destinato al Barcellona o all’Inghilterra. Il suo agente Riccardo Calleri l’ha difeso («Normale intervento di gioco») ma sa che la cessione all’estero chiede una pausa. C’è una clausola rescissoria per Zuniga fissata in 35 milioni. Adeguata ai 4 di ingaggio, contratto che scade scadenza nel 2017 per il 28enne, duttile difensore esterno. Solo per il Barcellona c’è un “patto tra gentiluomini”, quindi non scritto: trattativa possibile dai 18 milioni in su, con contropartita. Ma è tutto fermo. Se rimarrà a Napoli, giocherà a destra come nella Colombia. A sinistra Ghoulam. Di poco conforto la splendida prova del centrale difensivo argentino Garay: essenziale ma invalicabile. Dire che lo aspettava Benitez vale poco. Bravo nella scelta, il prof Rafa. Ma era da prendere. Dei 12 giocatori del Napoli schierati in Brasile, bene quasi tutti. Ma segna e spinge in semifinale l’Argentina Gonzalo Higuain. Un protagonista. Avvio lento, il suo. Deludente. Ma i campioni arrivano sempre al traguardo, basta aspettarli.
Fonte : Repubblica
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