Antonio Corbo, prestigiosa firma de “La Repubblica”, interviene a Radio Marte per fare luce sull’inchiesta “Dirty Soccer”, scandalo legato al calcioscommesse che ha coinvolto ben 50 persone tra addetti ai lavori, calciatori e dirigenti del cosiddetto calcio ‘minore’. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“Lo scandalo? Una colata di fango che arriva un po’ su tutta l’Italia, non solo su Puglia, Calabria e Campania. Il motivo è il seguente: in A, ad esempio, ci sono sempre le telecamere puntate, mentre invece questi campionati ‘minori’ permettono agli scommettitori di girare le puntate anche su altre reti, vedi i due fratelli di Malta collegati ad Arturo Di Napoli, non arrestato ma indagato. L’impianto accusatorio della Procura di Catanzaro è questa. Il calcio è marcio e malato e attira passioni e soldi, rubando il sonno ai tifosi. Guardate cosa c’è dietro: 50 persone dell’ambiente coinvolte ed arrestate e 33 società coinvolte. Credo che la Giustizia Sportiva, a questo punto, debba farsi da parte in quanto ha già dimostrato di avere della falle nel gestire situazioni del genere. Il problema è che il calcio, anche a livello minore, è veicolo di consenso politico: guardate al Presidente del Brindisi, arrestato con il figlio, e già imprenditore dell’ambiente farmaceutico. E’ in politica e tre anni fa ha rilevato la squadra per avere dei consensi. Se invece le persone che fanno calcio fossero per bene, gente che tratta il pallone come un’attività minore e non un pozzo di guadagni per spiegarmi, allora le cose sarebbero diverse: i giovani giocherebbero, il calcio crescerebbe e non ci si troverebbe di fronte a questi scandali.”
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