Visita al cantiere Napoli. La prima impressione è deludente: c’è buio e disordine. Si leggono tonnellate di nomi, sono arrivati Reina e Valdifiori, forse li raggiunge Allan. I fuochi di artificio di De Laurentiis attraverso una stravagante strategia di informare e nascondere rischia di peggiorare il quadro. Se si esce dal fantamercato, si può finalmente ragionare di calcio. Meglio se la società parla chiaro con i tifosi. La premessa è cruda: 1) il Napoli ha giocatori bravi ma non quotati, perché ha trasformato risultati modesti in pessimi; 2) anche Higuain ha fatto di tutto per salire sulla croce sbagliando l’impossibile, e nessuno lo cerca; 3) la società come tutte le italiane è fuori dal giro dei top-player; 4) appena De Laurentiis punta un giocatore mediocre, i prezzi vanno alle stelle. Il Napoli deve ripartire da un’analisi lucida della scorsa stagione. Senza il disincanto di Benitez, con migliori stili di vita e più intensità, davvero era da quinto posto a 24 punti dalla Juve? Senza il disturbo di Quillon con la valigetta da affarista a poche ore dalla semifinale poteva fallire la finale di Europa League? Se ha puntato su un operoso artigiano della panchina, deve credere in Sarri fino in fondo. Quindi: il Napoli non svenda i suoi e non compri mezze figure supervalutate. L’esame dei risultati dice abbastanza. L’attacco, se rivitalizzato nel morale, può solo ripetere i 70 gol. Basta che ritrovino la voglia di calcio Higuain e Callejon, la posizione giusta Hamsik, la concorrenza Mertens e Insigne con Gabbiadini jolly. Il problema è altrove. In difesa. Ed è qui che deve realizzarsi lo scatto di qualità da Benitez a Sarri. La difesa era schierata male e protetta peggio. Sembrava Alice nel paese delle meraviglie. Deve essere più moderna: amministrare gli spazi, pronta a scalare e scattare. Gli avversari li perdeva. Fuori Albiol quindi, con ferie pagate a Formentera o Ibiza. Dentro un difensore tignoso e rapido sul breve. Può essere recuperato Koulibaly, se disciplinato. Con la copertura del centrocampo a tre, basta ridurre il passivo da 54 gol (una frana) a 38. Perché 38? Sono quelli che hanno portato la Lazio e non il Napoli in Champions.
Fonte: Antonio Corbo per La Repubblica
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