Mazzarri agita una maglia con due nomi scritti nero su bianco. È un cenno di solidarietà a Grava e a Cannavaro, il fedelissimo capitano che in una domenica delicata per l’allenatore, appena tornato da un check up, corse verso la panchina ad abbracciarlo. Fa pensare anche alla mestizia di una bandiera di resa: questa è una partita con molti bocciati. Due prima della partita: Rosati, il portiere acquistato ormai trentenne dal Lecce retrocesso per circa quattro milioni, è escluso anche dalla partita con il Bologna più verde possibile, con 9 giocatori nuovi su 11 rispetto a domenica. Il secondo è Vargas, un genietto purtroppo compreso. In panchina c’è forse il terzo: Aronica, che aspettano a Palermo da uno sbarco all’altro. Fuori, quindi. Che cosa resta della difesa dopo la squalifica di Cannavaro? Campagnaro che tampona e spinge con lodevole professiona-lità, nonostante i contatti con l’Inter, e poi? Un ruvido Britos a sinistra, al centro l’arrugginito Fernandez forte nei colpi di testa, ma fragile nelle più flaccide chiusure esterne. Balla poi a vuoto mentre il Bologna lavora in area per infilare tra le gambe di De Sanctis il gol del pari. Uscirà tra i fischi e dalle illusioni di poter sostituire Cannavaro. Ma che cosa si è fatto per migliorare in questi mesi un nazionale argentino? Su Pasquato che segna va anche ricordato un infelice intervento dello sbilanciato Dossena, autorevole nella sua barba accademica ben curata, piuttosto che nella vigilanza sulla corsia sinistra, dove per fortuna nessuno osa. Il Bologna sceglie come di nuovo la corsia alla destra del Napoli, presidiata male da Maggio, ieri sera un po’ meglio da Mesto. C’è Abero che non vale per ora Morleo, inserito a scena aperta da Pioli nell’altra gara. Ma solo dopo il gol di Cavani reagisce mettendo alla frusta il centrocampo del Napoli, con Inler e Donadel. Un quadro avvilente per Mazzarri, che studia come motivare il Napoli intorno a Cavani, il solo che prenda sul serio la Coppa Italia. Lo assistono male Pandev, che negli scatti perde un metro su quattro e colpisce un palo a porta vuota, ed El Kaddouri, elegante e innocuo come una modella da sfilata. Mazzarri lo ritira quindi dalla passerella. L’ingresso di Hamsik preoccupa il Bologna che conferma la linea difensiva a tre, dedicando però il giovane Radovanovic al suo controllo. Su Cavani si battono il brasiliano Carvalho e il danese Sorensen, per metà juventino. Arriva anche Insigne, per un 4-3-3, solito finale ad alto rischio. Tanto per offrire la replica a Panagiotis Kone, greco che dopo la spettacolare sforbiciata di domenica si ripete. Esclude dalla Coppa Italia il Napoli che l’aveva vinta pochi mesi fa. Un dettaglio, nella disfatta di una squadra affondata nelle sue vanità tattiche. Da reinventare. Mazzarri se l’è fatta svanire tra le mani.
Fonte: Antonio Corbo per “Repubblica”
La Redazione
C.T.
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