Basta questo pareggio con un insopportabile primo tempo per chiarire le idee. Svetta solo la Juve sul grigio cupo di un calcio senza governo. Proporre una sola gara pomeridiana e sei notturne all’ora di Barcellona- Real Madrid conferma che non è la pay -tv a programmare nel più disordinato autolesionismo, né Sky ha imposto un così dissennato cartellone. Sembra che siano stati gli allenatori, quelli tornati dalle fatiche europee, a chiedere qualche ora di riposo in più. Che sarà del calcio italiano se preferisce al botteghino la tv? Ed a quanti arbitri come Calvarese, travolto dalle sue immotivate tensioni, sopravviverà? Edy Reja alla terza panchina con l’Atalanta ha modificato l’assetto. Sceglie difesa a 4 e non più a 3, con formula speculare, per contenere meglio il Napoli, accreditato di fulminee ripartenze o proiezioni veloci sulle corsie esterne. Si spiega l’inedito 4-2-3-1 dell’Atalanta con prima punta Denis, un vulcano spento, in evidenza di testa sui calci piazzati del Napoli per un salvataggio sulla linea.
Sorretta dal tandem di mediani, gli astuti e sapienti Cigarini e Migliaccio, protetta dalle respinte a volte eccessive di Sportiello, l’Atalanta protrae la resa con pochi espedienti. L’ex difensore Zappacosta da esterno alto copre la destra, dove Britos (quarto a sinistra per necessità) non si propone e dove si affaccia di malagrazia De Guzman. Si sente la mancanza di Mertens e Insigne, tutt’e due in panchina. De Guzman brilla (un palo) quando si accentra, si tuffa nello spazio di Gabbiadini, piazzato alle spalle di Higuain, aumentando l’ingorgo. Sul versante opposto uno stralunato Gomez vorrebbe arginare Callejon. Ma eccede, finendo fuori. Potrebbe essere la svolta. Il Napoli, senza un faro che dia luce e logica al gioco, eleva la pressione e cambia abbastanza. Benitez esclude prima Callejon poi Gabbiadini, per Mertens quindi Hamsik. Reja risponde con un 5-3-1, privato del piccolo Moralez e con il doppio regista, si affianca Baselli e Cigarini. Le buone stelle di Fuorigrotta, sue vecchie amiche, ispirano la scelta giusta: Pinilla non ha neanche il tempo di rilevare Denis, travolge il dinoccolato Henrique che lo precede, abbatte così l’unico ostacolo. Nel gelo Benitez furibondo invoca il fallo, nei minuti dell’ira indovina tuttavia anche il terzo cambio, Zapata solenne nel volo non lo delude, gira in pareggio il bel cross di Hamsik, inserito da poco. L’arbitro nel finale espelle Benitez. Fa giocare solo parte del recupero. Chiude una partita fuori controllo. Che sia sconvolto da questo ed altri errori lo dimostra subendo oltre misura le polemiche del Napoli. Ma il Napoli trafitto in dieci come pensa di aver giocato? Riflettere, prego.
Fonte: Repubblica
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