Il Napoli apre la stagione della flessibilità. Benitez spende le prime conferenze per motivi strettamente personali. Più che il Napoli, vuol dimostrare che sta cambiando se stesso. Incassati gli elogi per il gioco discontinuo ma spettacolare, il più moderno del campionato italiano, lo spagnolo che vive nel mito britannico si è chiuso nel suo castello di Liverpool: ideale l’atmosfera per riflettere. Da professionista acuto ha capito in un anno che sono di perfida ambiguità le etichette. Pesano come croci. Benitez sulla schiena ne ha sentite almeno tre: 1) ha un solo modulo, è offensivista ma deve organizzare la difesa; 2) la blanda gestione alterna picchi di rendimento e cali di tensione; 3) non usa i cambi per proteggere le vittorie. L’Italia non perdona chi ha buone idee ma non sa comunicarle. La storia insegna che un genio del calcio, adottando il possesso palla nel ‘73 con la Ternana, portò in A una ciurma di modesti ma obbedienti marinai. Il “gioco corto” limitò la carriera di Corrado Viciani, che al pari di Heriberto Herrera anticipò di 40 anni il sistema Barcellona. Quando si dice un genio incompreso. Benitez lascia ora spiragli interessanti.
Può modificare il modulo per migliorarlo in rapporto ai giocatori che ha. Sposa in parte il “calcio flessibile” di Van Gaal. Ma perche’ annuncia novità, solo per non sembrare un testardo portatore di dogmi? Solo in parte. Ha notato che il mondiale premia nella ferrea mediana della Germania il concetto di centrocampo, come argine alla difesa e punto di equilibrio della squadra. Proprio quello che al Napoli mancava. Non solo la scelta di Kramer possibile acquisto, è il dilemma Hamsik a turbare Benitez. Dovrebbe lui sanare gli squilibri arretrando di 20 metri. Il 4-2-3-1 evolve in 4-3-3. Una mediana con Inler (o Behrami) vertice basso, tra Kramer e Hamsik. Una garanzia. Ma è pronto Hamsik? Oggi è atteso in conferenza. Dica la verità: si sente un leader? È solo un uomo di assist e gol ad intermittenza come un faro? È un centrocampista totale? Chiarire il futuro di Hamsik è la prima grande incognita del Napoli.
Fonte : di Antonio Corbo per La Repubblica
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