Nove punti dalla Juve che accelera verso il terzo scudetto di Antonio Conte, sei dalla Roma inchiodata al quarto pareggio consecutivo dall’Atalanta: il Napoli riparte dal terzo posto avendo appena evitato il sorpasso della stanca Inter, per puntuale frenata autunnale di Mazzarri. È chiamato a rispondere stasera nella strana atmosfera di un preoccupato lunedì romano, tra voci di sciopero dei trasporti e frustate di gelo. Dovrà confermare sul campo il suo fluviale ottimismo. Dopo la sconfitta di Dortmund, la più decorosa ma anche la più pesante delle ultime tre, alcuni giocatori raccontano sorpresi di aver incontrato nelle strade di Napoli tifosi allarmati. E si meravigliano? Da luglio leggono dagli stessi protagonisti che il Napoli gioca per lo scudetto, a dicembre rilevano però che nella Champions la qualificazione è un enigma da risolvere solo l’11, che in campionato la squadra ha perso quota e preso 12 gol, tre in casa e 9 fuori. Né rallegrano le notizie di mercato: nomi a grandine, ma cambiano ogni giorno, quindi nessuno sicuro, resiste solo quello del francese Matuidi, non fosse altro: ha il contratto al termine e il Paris Saint Germain non gliel’ha ancora rinnovato. Non sembra una buona referenza. La difficoltà di trovare adesso giocatori di pronto intervento dovrebbe far riflettere la società: in estate giustifica gli acquisti mancati, rinviandoli a gennaio. Un anno fa non trovò di meglio che Armero, si sono visti i vantaggi. Stasera Benitez fa giocare il 34enne francese Reveillere, tutto destro ma trasferito a sinistra, pur di lasciare in panchina Armero. Le sconfitte hanno messo in discussione le capacità di Benitez: non sarà mica colpa sua se qui schiera Maggio nel ruolo che aveva Ivanovic e Armero in quello di Ashley Cole, con Lampard al posto di Inler. Solo per ricordare l’ultima stagione del dottore spagnolo di calcio con la conquista della Europa league. Fondato ma tardivo il rilievo: perché non ha preteso una campagna adeguata dal club che in due anni aveva fatto cassa (oltre 90 milioni contanti) con i due migliori, Lavezzi e Cavani. È da sperare che Benitez sia più esigente: si sarà accorto che a Napoli finisce lui, e non De Laurentiis, nella macchina della tortura. Juve a parte, il Napoli non poteva augurarsi un lunedì più generoso. È una opportunità da cogliere, stasera. La Roma rallenta, e la Lazio è abbastanza credibile per certificare il suo risveglio, ma la stessa Lazio è di cabotaggio diverso da Juve e Roma che rimandarono il Napoli barcollante e disilluso, come un pugile suonato. Non è impossibile vincere, e vincendo può dimostrare di aver chiuso l’ultima crisi. Che somiglia tanto ad altre del Napoli, sotto diversa gestione tecnica. Nel 2011-12, prese nove gol nelle tre sconfitte con Juve (3-0), Lazio (3-1), Atalanta (1-3). Nel 2012-2013 altre tre botte consecutive: Inter (2-1) e il doppio schiaffo al San Paolo dal Bologna di Pioli, in A e Coppa Italia in un giro di vento, 2-3 e 1-2. Con Juve, Parma e Borussia, ma stavolta con Benitez, altra mesta tripletta: 7 gol da Juve, Parma e Borussia. Che succede? La statistica ricorda che il Napoli dopo tre sconfitte riesce a vincere, e bene. I tifosi lo sperano. Le chiavi tattiche sono tre. La prima: Biglia. La Lazio di Pektovic, candidato a sostituire Hitzfeld come Ct della Svizzera, magari di Berhami, Inler e Dzemaili, schiera un 4-1-4-1. Il centrale davanti alla difesa è Lucas Rodrigo Biglia, argentino di Mercedes, forte se ha tolto il posto a Ledesma. Buon distributore di gioco, chi va a disturbarlo, Higuain o Pandev? Guai se sarà lasciato libero come Pirlo a Torino. Più delicata la seconda chiave. Le zone esterne: lo stagionato debuttante, il francese Reveillere, a sinistra incrocia Candreva, dal retrobottega può uscire il giovane talento Anderson. Prevedibile Mertens per fare da schermo a Reveillere, con Insigne nella seconda parte. A destra Maggio trova invece il bosniaco Lulic, favorevole al Napoli il confronto più avanti tra Callejon e Radu, rivale spesso scorbutico. La terza e ultima: il ritmo. La Lazio non è molto veloce, soprattutto sulle corsie esterne, ed è possibile aggredirla nelle sacche difensive laterali. In questa prospettiva ha un vantaggio Insigne. Vediamo che decide Benitez, turbato dai primi dubbi. Meglio spazzarli subito, Rafa. Il ventaccio freddo di stasera è quello giusto.
Fonte: La Repubblica
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