Una domanda tira l’altra. Perché uno viene a giocarsi tutto, anche la reputazione, con campionati vinti in Spagna e Inghilterra, Champions e Europa League, ed un altro abbandona la seconda in Italia per guidare la nona? Se guadagnano tutt’e due circa 3,5 milioni netti l’anno, perché Benitez chiede il premio extra per lo scudetto e Mazzarri per il terzo posto? Nei retropensieri, c’è anche questo: il dottore madrileno non avrebbe accettato mai l’offerta senza la vetrina Champions, molti ritengono invece che il cauto Mazzarri dopo le tormentate avventure su due fronti, sia felice di rilevare l’Inter fuori dalle coppe europee, nei colori più spenti del suo tramonto. Tra Napoli vecchio e nuovo si apre già una sfida: l’ambizione contro la prudenza, chi rischia tutto ma proprio tutto per ottenere il massimo e chi vola a mezz’aria per non cadere mai. La “Gazzetta dello Sport” con un cronista informato come Nicola Cecere, pagina 3 del 25 maggio, rivela che Mazzarri «già nella primavera 2012 seguiva con comprensibile agitazione le scelte di Moratti». Ha telefonato ancora. «Per tastare il terreno». Era a Napoli e pensava all’Inter? La cercava e l’ha trovata. Grazioso l’omaggio di Sky. Alessandro Alciato, che dovrebbe scriverne la biografia, presenta Mazzarri a Milano come «un perfezionista, maestro di calcio e non solo, che a Napoli ha chiuso finalmente l’era del rimpianto per Maradona». Se lo sente, sorride anche Diego. De Laurentiis punta su Benitez per almeno tre motivi. Non è solo un dispetto. Dimostrare che il Napoli vuol vincere e non bada a spese, che Mazzarri se n’è andato non certo perché temeva acquisti modesti e mezzi limitati, che il club cerca uno scatto di immagine sui mercati. Giornali, tv e sponsor sono sensibili ai personaggi. Da qualche giorno il Napoli ha spazio anche in Inghilterra, Spagna, Stati Uniti. Benitez scelta non solo tecnica, ma marketing. La reazione dei grandi marchi è palpabile, dicono in un settore che ne ha già 70. Con Cavani se resta, con Hamsik, con Dzeko o Torres o Mascherano se vengono, Benitez è il volto popolare e vincente che il Napoli cercava per presentarsi in Champions da grande club. È la svolta verso una dimensione più alta: far meglio impresa, toccando e superando il fatturato di 200 milioni. Benitez chiederà i migliori, non solo chi conosce meglio. Non avrà pregiudizi verso i giovani né esiterà un attimo a mettere fuori titolari stremati. È un duro che non perde tempo né punti. La sua esperienza sarà fondamentale per allestire un settore giovanile adeguato ai talenti che spuntano e sfioriscono nelle periferie. Un’opportunità anche per Bigon. Può dialogare con uno dei primi allenatori d’Europa, proponendo nomi di qualità. Basta comparse, vero? È un Napoli proiettato verso orizzonti nuovi. Può rivelarsi solo un sogno, chissà, ma vale la pena di provare.
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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