È la notte più lunga di tre personaggi. Apre le confessioni Benitez. Addio stile algido di uomo-computer, non è più una banca dati la sua stella polare, le guance rosse sono già livide e tese, si guarda intorno e implora il pubblico, «il San Paolo ci spingerà». Si raccomanda ai tifosi dopo aver vinto a Torino con un Napoli spento che esagera nel sotto-ritmo come ad Oporto, «il pubblico dovrà aiutarci », chiede aiuto, come mai aveva fatto lui che sembrava credere solo nel modulo e nelle cifre, l’ansia divora anche il forbito poliglotta delle panchine. Benitez sente questa partita e questa coppa come nessuno: lui che si muove in Europa come sull’Autopista M30, il raccordo anulare di Madrid, lui che l’Europa League l’ha appena conquistata con il Chelsea, può mai fermarsi agli ottavi e uscire stasera? Sta tremando anche De Laurentiis, l’uomo di cinema che ama il botteghino come se stesso, taglia i prezzi per avere accanto a sé tutti i sessantamila, pregare, urlare e cantare insieme, in un’altra notte di deliri e gol. Sa che è la partita più scabrosa, che deve vincerla.
Fonte: La Repubblica.
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