Ora Beintez pensa ancora che il Napoli sia più forte, che non ha niente da rimproverare al presidente, che gli sta bene tutto? Benitez paga il suo atteggiamento: astuto e remissivo. Quello che tornava comodo a De Laurentiis. Ma sono sono tutt’e due in difficoltà. Si è persino capovolta la situazione: prima sotto accusa era il presidente, ora le responsabilità convergono sul tecnico, perché è lui che va in panchina e sbaglia. E sotto gli occhi di Reja, spettatore interessato a Udine.
JUVE e Roma hanno migliorato, non stravolto le squadre. La competenza di Marotta e Paratici a Torino, di Sabatini a Trigoria ha consentito interventi lucidi e accorti. La prima e la seconda sono di nuovi in cima: 9 punti su 9. Non si sa se il Napoli abbia un management altrettanto capace. I fatti sono questi: fuori dalla Champions, perdita secca di 35 milioni, appena 3 punti con rivali irrisori come Genoa, Chievo e Udinese ieri. Dai fatti vanno staccate le opinioni: queste sono note. Mercato non solo avaro, ma illogico. Perché ha impoverito il Napoli, senza neanche portare soldi in cassa.
Reina soprattutto, poi Behrami, persino Dzemaili dopo i mondiali dovevano essere confermati come piattaforma di un progetto da completare, macché. De Laurentiis e Benitez affondano nelle loro astuzie. Il primo decide di non investire: il padrone è lui, decida lui, ma è puro autolesionismo per una impresa che fattura 150 milioni. Boccia quindi tutti i nomi proposti da Benitez, da Mascherano in poi. Qualcuno sarà poi sfuggito per imperizia degli operatori di mercato. Peggio, Benitez. Ha subìto i no, e che fa? Tace. Anzi, dice che la squadra è più forte. Eleganza che sconfina nell’ipocrisia. Aveva sollecitato giocatori importanti, strutture, stadio: si guarda intorno, non vede nulla, e vara la sua strategia. Non proroga il contratto, si avvia a gestire l’ordinaria amministrazione, per preparare l’uscita quatto quatto dal varco artisti, come in teatro. Il rimpianto di alcuni giocatori ceduti, la delusione per i confermati Callejon, Albiol, Zuniga, Insigne, Inler, Jorginho, la scadente qualità degli acquisti complica però i suoi piani. Il Napoli gli scoppia tra le mani. Si affida ad un paio che Bigon non ha ancora svenduto: Gargano e Maggio, ieri sufficienti. Ma non evita errori plateali.
1) Zuniga non può fare l’esterno alto perché non ha corsa lunga, ma danza portando palla. Ritarda le ripartenze.
2) Mancando un mediano di qualità, avvia la costruzione Koulibaly pasticcione e voluminoso, complice del gol. I suoi lanci non trovano gli esterni Zuniga e Insigne.
3) Male Michu: allarga il vuoto intorno a Higuain.
4) Cambi in grave ritardo.
5) Incomprensibile questo 4-4-1-1 accennato per dare forza al centrocampo contro la modestissina Udinese. Imbarcare David Lopez non giova a nessuno.
Vediamo se Benitez ha capito l’Italia e Napoli. Lo dimostri in pochi giorni. Affondi pure nella sua presunzione, ma non trascini giù il Napoli.
Che Reja fosse in tribuna a Udine, può essere un caso. Precisare che la visita era prevista. Ma Benitez non si illuda. Reja o un altro: non avrà molto tempo per sbagliare ancora.
Fonte: dal blog di Antonio Corbo
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