“Quella che Mazzarri esibisce nel 2013: basta camicia bianca nella bufera, ora abito scuro con fazzoletto bianco che schiuma dal taschino, libero dalla teatralità delle sue emozioni, più lucido e creativo nei cambi. Anche ieri, contro un Parma con temerario 4-3-3, mai sconfitto in casa e avvio bruciante. Dopo una decina di minuti il Napoli però eleva il ritmo a centrocampo, dove il Parma ha interpreti imperfetti: Valdes, tra i migliori in fase offensiva, è un ex rifinitore, sta invece davanti alla difesa. Marchionni è un ex tornante, a disagio nella zona di Dzemaili, alla sua sinistra Parolo un portatore di palla che confonde le idee di Inler senza tuttavia nuocere. Sulle zone esterne, Donadoni lancia Biabiany tra Zuniga e Britos, sul versante opposto scivola Gobbi nella corsia di un insufficiente Mesto. Protagonisti diventano Cannavaro, tornato con impeto e tempismo al centro del terzetto difensivo e Hamsik, che schematizza con il suo intuito l’attacco in rapidissimi lanci verticali. La difesa del Parma li vanifica a volte solo per ben rodati meccanismi: manda Cavani, Pandev e Mesto in fuorigioco. Non solo è una fonte di assist, nell’anno della sua maturità, Hamsik, ma coglie anche gli spazi e i tempi per inserirsi e segnare. Tempi che mancano al centrocampo del Parma, proprio perché ha elementi tatticamente modificati. Questo complica il lavoro dei due attaccanti: Belfodil, la prima punta, oppresso dalla costante vigilanza di Cannavaro e la seconda punta, Sansone, sempre in agguato, tuttavia controllato da Campagnaro. L’altro difensore, Britos, risolutivo in molti casi, conferma i dubbi: si compiace della sua eleganza e talvolta perde palla, in una difesa a tre dev’essere meno lezioso. L’imminente chiusura del mercato e l’autorevole secondo posto impongono delle riflessioni. Si può sprecare l’opportunità di acquistare un centrocampista di qualità per non aver alla fine rimpianti? Bastano il discontinuo Inler, il solido Behrami e l’imbronciato Dzemaili per campionato ed Europe League? Donadel, il quarto, con una esibizione scolastica ma senza errori si accredita come mediano di ricambio? Non c’è tempo per rispondere a tanti interrogativi: ne spunta un altro. Dzemaili è stato il geniale suggeritore del primo gol con un assist verticale di pura fantasia e geometria, nel contesto di una partita impeccabile. Se ne va? In questo momento è una follia aprigli la porta e valutare la sua insofferenza. Tra i compiti di un allenatore c’è anche questo: trattenere gli insoddisfatti, se bravi e utili. Vale anche per il genietto Insigne, che regala l’assist a Cavani per il gol della vittoria, appena uscito il cadenzato Pandev. A tre punti dalla Juve, va raccomandata a Mazzarri una più elastica gestione del gruppo. Le gerarchie ferree creano solo ruggine”.
Fonte: Antonio Corbo per La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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