Benitez chiude i conti da gran signore. Avrebbe tante cose da dire. Oltre il suo invalicabile silenzio è possibile però leggerle. Io ne vedo per ora 5. Almeno cinque.
1) Il Verona arriva ultimo su ogni palla. E’ travolto. La freschezza irridente del Napoli si rivolge anche agli scettici più ostinati. Si temeva che la preparazione blanda portasse la squadra al disastro. Tranne Garcia e Benitez, gli altri allenatori hanno lasciato che i rispettivi staff massacrassero in estate i giocatori. Sveglia all’alba e salite da tortura. Se le vette alpine potessero parlare. Il Napoli invece si divertiva sul campo: giocando imparava a correre svelto sul breve senza mollare la palla. A fine campionato, il Napoli corre come motorini rombanti sul Rettifilo. Sono curioso di vedere a luglio se i professori del massacro atletico cambieranno metodo. Il Napoli corre dopo 53 partite. Ha giocato più di tutti.
2) Il turnover non è una utopia. Senza Higuain, Albiol, Hamsik, con 7 nuovi rispetto all’anno scorso, con quattro di questi arruolati durante il campionato il Napoli gioca, segna e vince, avendo un gioco, quindi una identità acquisita.
L’impronta di Benitez c’è.
3) Si può arrivare a 78 punti, classificarsi al terzo posto, vincere una Coppa Italia, chiudere il girone di Champions a 12 punti. E nello stesso tempo trasbordare il Napoli da una vecchia struttura ad una nuovissima.
4) Il mercato ha un senso se si combinano due elementi. Soldi spesi bene e giocatori impiegati meglio. Per anni il Napoli ha giocato con la squadra (tranne Cavani) costruita da Pierpaolo Marino. Nell’interregno, sono stati sprecati milioni per nulla. Benitez ha quindi tutti i numeri per essere il manager indiscusso della prossima campagna: De Laurentiis sarà felice e sereno, lo ascolterà. Non ha sbagliato mun colpo. Glielo riconosce?
5) L’organizzazione difensiva migliora se gli esterni sono in forma. Altrimenti la squadra si sgretola e la difesa ne risente. Troppe lodi a Benitez. Giusto. Un rilievo non lo risparmio. Non faccio sconti. La discontinuità è una nota negativa che fa pensare. Benitez ha due buoni motivi per dare costanza al rendimento del Napoli. Ecco. Non aspetti gennaio per completare la campagna acquisti, non perdoni cali di tensione. Ha un carisma e una credibilità per gestire il turnover e tenere tutti sulla corda. Chi sbaglia stile di vita o perde concentrazione, fuori. Molti pensano al raffronto con Mazzarri. Sarebbe inelegante. Non voglio parlarne. Avete notato? Mi piace però rimarcare un altro confronto. Che pensa ora Moratti di Benitez? Se ha bruciato milioni e uomini, se non ha una squadra credibile, se ha dovuto invocare il soccorso di un enigmatico ed avaro indonesiano, l’ancora onnipresente Moratti che dice? Come si difende? Avrà la saggezza di interrogarsi?
Fonte: Antonio Corbo per Repubblica.it
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