La vittoria chiude la crisi di Cavani, ma lascia aperto il tema più intrigante del campionato: questo Napoli, ufficialmente sfidato ieri da Allegri e Balotelli, saprà difendere il secondo posto dall’assalto del Milan? Un dubbio resiste: la squadra si agita troppo per imporre la sua superiorità, anche se netta. Pesano ancora squilibri tattici, scelte ostinate e la crisi di Maggio. La domenica 17 del mese matto offre la lettura più chiara e saggia, a 9 gare dalla fine. Il Napoli vede di nuovo azzurro, ha ritrovato Cavani, in una luce finalmente nuova: la lunga confessione alla società sulla concitata vita sentimentale lo libera di voci, sospetti e complessi. Non ha più la sindrome del rigore. Ha elevato anche il suo primato di cannoniere con altre due reti. La Nazionale uruguaiana intanto lo riporta a casa dove conoscerà il secondo figlio e avrà magari il tempo per chiarire i rapporti con la moglie. Alcune ragazze di Napoli lo tentano, si sa come sono certe donne con i calciatori, Soledad potrebbe capire. Nella stessa domenica, il Napoli riscopre Pandev che per troppo tempo è sembrato voluminoso e pesante come un container sulla coperta di un cargo, rallentando la rotta del Napoli. Caparbio nei contrasti in spazi stretti, lucido, sveglio per il gol della vittoria. Ma questo non basta per rasserenare il Napoli, costretto a difendersi dal Milan dopo aver abbandonato per suoi demeriti il sogno dello scudetto. Quelle ombre permangono. Resistono alla pur meritata vittoria di ieri. Il Napoli è stato generoso, ma dopo quattro anni Mazzarri deve riconoscere una ingiustificata ingenuità tattica dei suoi. Si comporta come se formassero da appena mezz’ora una squadra. Perdono equilibri e distanze. Hanno subìto due volte la rimonta dell’Atalanta per essersi spinti in avanti con dissennato furore: con il gol di vantaggio, non si attacca in sette né si lascia scoperta la difesa. Difesa coinvolta in due grotteschi infortuni. Ma qual era l’assetto? Il Napoli si ostina a giocare con la linea a 3. Cambia quando si rende conto della sua impotenza. L’ha fatto ieri, ancora una volta. Fuori Gamberini, è passato a 4. Nel primo tempo, pur avendo il dominio del gioco e sfiorato almeno quattro gol, ha mostrato qualche crepa: Campagnaro, Cannavaro e Gamberini erano in esubero sul solo Denis, quando il piccolo Moralez indugiava tra le linee costringendo Behrami ad abbassarsi. Non è stato facile convertire la difesa da 3 a 4, per un cambio che Mazzarri avrà modo di spiegare almeno a se stesso: fuori Gamberini è entrato Armero, ma dove? A sinistra, alle spalle di Zuniga. Ci son voluti 17 minuti nella ripresa per rimettere ordine: finalmente escluso Maggio, che ha ormai la consistenza dei fuochi fatui, si è sistemato il destro Zuniga a destra secondo logica e Armero ha avuto pista libera a sinistra, al punto di contribuire al gol di Pandev. Criticare la difesa è giusto, ma anche facile. Quale meccanismo protettivo offrono il centrocampo e quali diagonali difensive gli esterni? Mazzarri si ostina per almeno il primo tempo sulla difesa a 3 contro una sola punta. Espone Maggio a espiare l’ingiusta pena: giocare fuori forma. Rende invece un grosso favore a Inler: lo esclude, lasciando che uno sbandato Dzemaili rivaluti d’incanto l’assente, quale capocantiere del centrocampo. L’incongruità di Dzemaili costringe Hamsik ad arretrare per costruire gioco. Soccorre così Behrami, rimasto spesso solo a coprire la difesa e ad avviare le ripartenze. È netta l’immagine di un Napoli più forte per individualità ma arenato su schemi e uomini ossidati. Abbondano le soluzioni: la prima è Armero, convincente per movimenti corretti e vivacità. Piuttosto che cercarle, Mazzarri si agita, protesta, sbotta fino a farsi espellere, ancora una volta imitato dal giovane Bigon, che corre poi a scusarsi in tv e con l’arbitro. Ci si può platealmente lamentare di un arbitro che ti concede subito un rigore e ti accompagna senza essere mai ostile fino alla più chiara delle vittorie? Ultima domanda: visto anche ieri De Sanctis, è davvero lui il portiere dei prossimi due anni?
Fonte: La Repubblica
La Redazione
L.D.M.
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