NAPOLI – La Dda, insieme alla procura di Torre Annunziata, sta esaminando il comportamento, definito «anomalo», di alcune tifoserie nei confronti di calciatori di squadre minori: c’è il sospetto che possano esserci contatti con i clan. «Si nota che la criminalità organizzata si fa sentire o addirittura le si chiede di intervenire», dice il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, che ha anche riferito anche di una rogatoria in corso con un Paese straniero: dalle indagini sono emersi, infatti, contatti tra il clan D’Alessandro-Di Martino e alcuni loro referenti in Spagna e Sudamerica.
CLAN D’ALESSANDRO – E stamattina nel corso di un’operazione dei carabinieri di Torre Annunziata sono state fermate otto persone sulla base di un decreto di fermo emesso dalla Dda napoletana. Gente che gioca pesante. Il core business di un presunto sodalizio criminale, bloccato stamattina dai carabinieri, era proprio il giro di scommesse clandestine.
DIRIGENTI «INTRALOT» – Tra loro figurano anche Maurizio Lopez, il dirigente nazionale dell’Ufficio quote e rischi della Intralot spa E Antonio De Simone, direttore ufficio commerciale Intralot.. Accuse pesanti: associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata all’elusione di misure di prevenzione patrimoniale e, appunto, esercizio di scommesse clandestine e riciclaggio di denaro. Ma in conferenza stampa il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo crea un altro «link»: la Procura indaga su 150 partite di calcio, per la maggior parte di serie minori ma alcune anche di serie A, il cui elenco è stato inviato dall’Agenzia dei monopoli che ha giudicato «anomali» i flussi di scommesse.
A RIMINI – Il blitz dei militari del Nucleo investigativo di Torre Annunziata ha riguardato affiliati o prestanome del clan camorristico dei D’Alessandro-Di Martino. Nel corso delle indagini è inoltre emerso un tentativo di espansione delle attività in Emilia Romagna tramite la gestione occulta di agenzie di scommesse: una è stata localizzata a Rimini.
SIGILLI A DUE AGENZIE – L’operazione rappresenta la prosecuzione di un’indagine che nel 2010 portò all’arresto di 25 persone. Sono state inoltre sottoposte a sequestro preventivo due agenzie di scommesse in provincia di Napoli, a Pimonte e a Gragnano, gestite da prestanome per conto del clan per riciclare denaro di illecita provenienza ed eludere le misure di prevenzione patrimoniali.
La redazione
F.G.
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