Secondo quanto riportato dall’edizione odierna del Corriere dello Sport Gennaro De Tommaso, detto Genny a’ carogna, viene decritto come un vero e proprio “capo” nell’ordinanza del Gup disegnata dal Gup Giulia Proto “…è la rappresentazione, di un’ombra che s’allunga sul calcio e nella società intera, che tracima in video, che poi spopola sul web, diventa tormento mica un semplice, banalissimo tormentone, ma una descrizione che va «oltre»…è’ la sagoma (innanzitutto) caratteriale tratteggiata di un uomo che fa come gli pare, incurante del mondo che gli gira intorno, perché tanto l’epicentro è lui che domina. «Ha agito per istinto primitivo, carisma e superiorità di posizione, in perfido e attivo disconoscimento sia della sensibilità civile, sia delle autorità di legge». I fatti risalgono a quel 3 maggio del 2014 durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina allo stadio Olimpico. “...le «colpe», le «contestazioni», i reati appartengono sostanzialmente al prepartita, alla responsabilità d’aver capeggiato le aggressioni intorno a Piazza Mazzini, dove vennero attesi i tifosi della Fiorentina, ma anche di aver scavalcato la recinzione della curva Nord dell’Olimpico per dar vita alla «trattativa»; c’è l’assoluzione, invece dalle accuse per aver istigato il lancio di oggetti in campo, per aver esposti striscioni e quella maglietta. Condannati ad un anno ed otto mesi di reclusione (ma con pena sospesa), per resistenza a pubblico ufficiale, altri tre napoletani: Mauro Alfieri, Genny Filacchione e Salvatore Lo Presti”
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