Neanche il tempo di rifiatare e ripensare a cosa non ha funzionato contro il Siena, e al San Paolo arriva domani una delle squadre più in forma in Italia: l’Inter di Ranieri. Sette vittorie di fila in campionato e una scalata che ha portato i nerazzurri a scavalcare lo stesso Napoli e reinserirsi a sorpresa nella lotta per i primissimi posti.
LA FILOSOFIA DI RANIERI – L’Inter di oggi è molto diversa da quella che il Napoli ha steso per 3-0 al “Meazza” a inizio ottobre del 2011. A quel tempo, Ranieri aveva appena preso il timone della squadra con il compito di raddrizzare la rotta imposta da Gasperini, che prima cercò invano di adattare la rosa al proprio tipo di gioco e di modulo, poi andò in confusione senza riuscire ad escogitare nuove soluzioni tattiche efficaci. A Ranieri c’è voluto un po’ di tempo, prima di tutto per riuscire a dare nuove motivazioni ai suoi, ma anche per delineare l’assetto di squadra migliore. Provando e cambiando, l’esperto e umile tecnico romano è riuscito a trovare l’equilibrio giusto, optando per un 4-4-2 molto ordinato, in grado di sopperire ai problemi più gravi che andavano risolti con urgenza: la fragilità difensiva e la mancanza di collegamenti fra i reparti. Di certo il suo lavoro non ha prodotto calcio-spettacolo, e il vecchio Claudio è il primo a dichiarare che per lui conta prima di tutto il risultato. Ma d’altra parte era quello che importava a Moratti in un’annata considerata un po’ come periodo di passaggio fra un ciclo e un altro. Ora l’Inter, al di là dei risultati, è una squadra recuperata, in grado di difendersi e quando può anche di andare a segno più volte, grazie ai diversi campioni in rosa e soprattutto a un ritrovato Milito come terminale offensivo.
LA MENTALITÀ DI RANIERI – La caratteristica che sembra emergere dalle ultime uscite dei nerazzurri è quella di un curioso intreccio: le fondamenta della squadra sono costituite dai colossi e dai veterani che hanno vinto tutto con Mourinho, eppure l’atteggiamento in campo di giocatori come Milito, Sneijder, Cambiasso e Lucio è ugualmente quello di una squadra provinciale. L’Inter di oggi infatti è in grado di correre e sacrificarsi, e soprattutto sa aspettare gli avversari, anche chiudendosi dietro la linea del pallone, e nella fase difensiva ha, almeno in questo periodo, la sua dote migliore. Per questo l’undici di Ranieri non disdegna di affidarsi al contropiede, e con i fuoriclasse di cui dispone ogni ripartenza può essere letale. Il Napoli, si sa, soffre le squadre in grado di serrarsi in difesa e con le vie centrali affollate. Se si aggiunge che l’Inter è di gran lunga più pericolosa di una provinciale nelle ripartenze, per Mazzarri si prospetta una sfida davvero delicata.
FORMAZIONI – Molto difficile prevedere quali saranno le formazioni in campo: da una parte pesa la necessità di far rifiatare qualcuno e non rischiare affaticamenti a causa degli impegni ravvicinati; dall’altra, entrambe le squadre – forse il Napoli un pelino di più – tengono a questa competizione (l’Inter dal canto suo vorrà vendicare proprio l’ultima pesante sconfitta in casa). Dato che ad affrontarsi sono due avversarie di valore, probabile che entrambi i tecnici decidano di affidarsi a un turnover moderato, con staffette a gara in corso. Nell’Inter, Nagatomo dovrebbe restare a casa perché non al meglio: sulla sinistra al suo posto potrebbe esserci Chivu oppure Cordoba, più veloce del rumeno. Al centro quasi certamente spazio per Ranocchia, forse accanto a Samuel, il più in forma della difesa. A centrocampo probabile riposo iniziale per Cambiasso, ma è incerta la convocazione di Motta, distratto dalle sirene parigine. Possibile che i centrali siano Poli e Zanetti e sulle fasce operino i giovani Alvarez e Faraoni. In avanti, è plausibile che Ranieri provi Sneijder dietro una punta unica, che all’inizio potrebbe essere Pazzini. Nel Napoli quasi certamente ci sarà Fernandez per Campagnaro e forse Britos per Aronica; Zuñiga rientrerà al posto di Maggio, forse spazio anche per Dzemaili, e in avanti tre posti per cinque, con i quattro “tenori” e Vargas che si alterneranno a seconda dell’andazzo del match.
COPPA ITALIA, PARTITA A SÉ – Uomini in campo a parte, la Coppa Italia è in ogni caso un torneo a sé stante: gara secca a eliminazione diretta, si gioca il tutto per tutto, ovvero o si sceglie di rischiare o di essere molto prudenti. A prescindere dall’undici di partenza, Ranieri non dovrebbe cambiare il modulo che ha cominciato a dare i frutti migliori: linea a quattro sia per la difesa che per il centrocampo. L’unica variabile è la posizione di Alvarez, che potrebbe accentrarsi per dialogare con Sneijder, proponendo un doppio trequartista dietro l’unica punta. E allora i dubbi sono tutti per Mazzarri: cominciare da qui ad azzardare cambiamenti, o affidarsi all’usato non più troppo sicuro? Improbabile che il “tecnico in camicia” rischi esperimenti proprio in una partita così delicata. Quel che è certo, va pensata qualche soluzione extra per sopperire all’eventualità che Ranieri provi a infrangere le barriere difensive azzurre con due uomini sulla trequarti. Dzemaili e Gargano dovranno avere gli occhi apertissimi e francobollare il rispettivo avversario quando l’Inter porta palla. Perché questo sia possibile, anche i tre attaccanti dovranno alternarsi a rientrare e pressare i portatori nerazzurri prima che il pallone arrivi sulla trequarti. In fase propositiva, vale il solito discorso: sarà fondamentale costruire l’azione con precisione e aggressività: ovvero, passaggi verticali e ficcanti, velocità e ritmo per sorprendere una squadra che quando si difende sbaglia ormai davvero poco. Il resto, sarà affidato all’imprevedibilità del calcio, dei singoli di due grandi squadre e di un match che, si è detto, fa storia a sé.
Lorenzo Licciardi
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