Chi ricorda la Coppa America di Valencia e quella di Auckland ricorderà anche le interminabili attese davanti alla tv o vissute in barca, oppure ancora in banchina. Ore intere ad aspettare che si alzasse il vento per poter regatare. Queste World Series così concepite sono figlie di quelle attese con l’obiettivo di render certi i tempi televisivi, di non stravolgere i palinsesti ed esser sicuri che in un range da tre a trenta nodi si possa gareggiare comunque. Bene, abbiamo scoperto che si potrà anche andare in mare con tanto vento, ma nessuno ha tenuto in considerazione che il problema lo possa causare l’onda e, di conseguenza, il varo o l’alaggio dei catamarani. Ciò che è accaduto, infatti, è che la regata si sarebbe potuta tranquillamente svolgere ma la difficoltà arrivava dalla risacca e dal mare che si infrangeva sugli scogli causando un possibile pericolo alle imbarcazioni. Mettere a mare o ritirare i catamarani avrebbe reso l’operazione complessa e difficoltosa. È la rivincita della natura, del vento, del mare, sulla tecnologia. Puoi programmare, disegnare, realizzare, ma se le forze atmosferiche decidono il contrario non si può far nulla. E questa è anche l’imprevedibilità e la bellezza della vela.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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