Quando Chris Draper ha dato praticamente il segnale di indietro tutta, quasi nessuno dei circa diecimila tifosi presenti sulla linea di costa credeva ai propri occhi: «Ma come, Piranha, non taglia il traguardo e rinuncia a vincere?». Tutto vero, nessuna svista: lo skipper non si è ammattito. Luna Rossa domina la giornata di prove, l’ultima prima dei match race che scattano a partire dalla 13,45, e delle due regate di flotta pomeridiane che aprono l’America’s Cup World Series. Draper rallenta e alza il gennaker colorato con la vistosa scritta Prada per virare in maniera perentoria, quasi come una scheggia, evitando di tagliare per primo la linea immaginaria d’arrivo. Pierluigi De Felice, il trimmer napoletano, non è per nulla stupito. Anzi annuisce. «Fatto bene… sappiamo tutti come va a finire poi per chi vince le prove del giorno prima». Chi vince le prove, dicono gli uomini di mare, perde le gare vere. Già, perché Draper è un inglese di Sheffield, nello Yorkshire, ma è più scaramantico di De Felice e soci italiani: «Gli inglesi? E chi li batte nella scaramanzia. Le sanno tutte loro, poi chi va per mare a certe cose è molto attaccato». De Felice è di Chiaia, per raggiungere l’hangar di Luna Rossa non deve far altro che attraversare la villa Comunale, mostrare il pass e salire a bordo. «Qui davvero ci vogliono tutti bene: secondo me in questo momento dopo i giocatori del Napoli veniamo noi».
Luna Rossa ha dominato le regate libere degli ultimi due giorni nelle acque del Golfo: bene Swordfish martedì, benissimo Piranha ieri che, dopo aver dominato la prima spettacolare regata di flotta, ci ha pensato bene e ha mollato il primo posto dell’altra regata (anche questa dominata) a New Zealand. I kiwi di Dean Barker si sono, senza volerlo, presi in carico la «jella» del successo nella regata di allenamento. Come si dice: non è vero, ma ci credo.
E Max Sirena? Rientrato da Bergamo dove ha perfezionato gli ultimi dettagli dell’AC72, nel suo diario di bordo il capitano delle due ciurme di Luna Rossa annota sorridente: «Che tifo questi napoletani, porterei questo pubblico con me a San Francisco. Sarebbe il valore aggiunto per trionfare in casa di Oracle». Farà il trimmer su Swordifish di Checco Bruni e avrà il compito di comunicare ogni giorno con il presidente Patrizio Bertelli: «Capisce davvero come pochi di vela. Sta sempre lì a farmi domande, a chiedermi spiegazioni. Ma non posso che essergli grato per avermi portato a condurre la sfida italiana all’America’s Cup». Bertelli ha seguito domenica a bordo di un gommone le virate delle due Luna lungo la Coast Parade da Mergellina a Pozzuoli. «E pure quel giorno ha avuto qualcosa da dirmi…», scherza ancora Sirena.
La sera prima l’inizio dell’ultimo atto delle Series, gli skipper lo trascorrono nel negozio Louis Vuitton di via dei Mille, alla presenza del general manager Italia della maison, Marco Pirone con sullo sfondo il trofeo che da luglio, nella baia del Golden State, sarà in palio. Oggi i primi a duellare saranno gli austriaci di Hs e China Team. A seguire la sfida tra JP Morgan Bar, con la stella Ben Ainslie, contro i francesi di Energy Team. Poi l’esordio di Piranha che, con lo skipper Chris Draper, chiude i match race sfidando gli svedesi di Artemis, che puntano sul più giovane timoniere del circuito, il 22enne Charlie. Sono già sfide a elimizione diretta. A seguire, le due regate di flotta. In classifica guida Oracle.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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