Nessun rimpianto, nessun rimorso? Magari. Pur con una posta in palio decisamente meno allettante della possibilità di poter alzare al cielo la seconda Copa America della storia cafetera, la Colombia capace di conquistare stasera il terzo posto della competizione ai danni degli USA non può che aver lasciato un pizzico di amaro in bocca a Pékerman, tornando con la mente a quella semifinale contro il Cile capace di negare alla sua nazionale la chance di giungere alla finalissima di East Rutherford.
In una partita decisamente più fisica che tecnica, priva di numerose occasioni da gol, a balzare agli occhi del CT colombiano non possono che essere state due grandi, ovvie differenze rispetto alla gara di due giorni fa contro la formazione di Pizzi. Punto primo: concentrazione. Difesa compatta, nonostante un avversario più debole sulla carta rispetto alla Roja, e 10 minuti folli come quelli vissuti nell’avvio del match contro il Cile mai più visti né ripetuti: un approccio alla partita decisamente diverso che, inevitabilmente, non può che aprire il primo capitolo del libro dei “se” e dei “ma” relativo all’assenza del fatale immobilismo della retroguardia cafetera, protagonista in negativo sui gol decisivi subiti in semifinale da Aranguiz e Fuenzalida.
Punto secondo: Carlos Bacca. Senza lui, la Colombia non ha mai vinto in questa edizione del Centenario della Copa: dato tanto semplice quanto banale per sottolineare che forse, ad un attaccante come lui, là davanti non si può proprio rinunciare, come successo invece solo due giorni prima. Se il lavoro per la squadra, magari a differenza di un Roger Martinez più propenso al sacrificio, risulta non eccezionale, a compensare il tutto interviene la solita, grande rapacità in area di rigore dell’attaccante rossonero. Poco importa se i palloni giocabili, talvolta, sono pochi: quelli recapitati al meglio, vengono puntualmente spediti in porta in qualsiasi modo. Anche con una spizzata, come quella decisiva oggi per lo 0-1 finale, volta a finalizzare una splendida triangolazione con Cuadrado, James e Arias. No Bacca no party, verrebbe da dire: l’attacco a secco contro il Cile lo ha dimostrato, e chissà che con lui in campo dal 1′ le cose non sarebbero potute cambiare…
In una nota a parte, all’interno di un match in cui forse gli USA avrebbero meritato il gol del pari, risulta doveroso tributare i giusti riconoscimenti ad una nazionale a stelle e strisce protagonista a sorpresa in questa edizione di Copa America casalinga: semifinale raggiunta oltre ogni aspettativa e finalina per il 3°-4° posto giocata alla pari contro una Colombia, almeno in partenza, reputata nettamente superiore. Il grande lavoro di Klinsmann non può che valere come punto di partenza per un mondo del soccer ancora in notevole espansione, tra un’MLS pronta a crescere sempre più ed una Nazionale che, dopo l’addio di Donovan ed una mini-rivoluzione, non ha mai invece perso quel Clint Dempsey eterno e sempre più decisivo in ogni partita giocata.
Un piccolo sorriso in più, però, va oggi alla nazionale di Pékerman, nonostante qualche rimpianto e rimorso di troppo per quella semifinale: 3° posto intascato grazie a chi, un anno fa circa, vedeva il campo solamente dalla panchina in maglia cafetera. E che ora, grazie anche ad una prolificità continua con la maglia del Milan, è riuscito a prendersi un ruolo da protagonista. Forse anche sul mercato…
Fonte: Gianlucadimarzio
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