E ora che fare? Il freddo che avvolge Castelvolturno congela le idee e stavolta come sempre il dubbio è il sale d’una vigilia lunghissima. 22 gennaio 2012, qualche pomeriggio fa, insomma: il Napoli ha appena ritrovato Lavezzi, recuperato dopo un mese da infortunato, però lo porta in panchina; e in campo, rispetto a sei giorni prima, riecco l’undici base: è 3-4-2-1, Pandev con Hamsik alle spalle di Cavani; Maggio e Dossena sulle corsie; Gargano Inler in mezzo; in difesa i soliti noti, e cioè Campagnaro, Cannavaro, Aronica, con De Sanctis padrone dei pali.
A SIENA – Il tempo è volato via, mutando quasi nulla, e dopodomani va a finire che si riparta per dieci-undicesimi da quella domenica, da quell’1-1 determinato dal rigore (sbagliato) di Cavani; e poi da una traversa di Calaiò. Turn-over sì, turn-over no: qualcosa può cambiare, perché le risposte del Napoli a San Siro hanno appagato Mazzarri, ma poi conviene comunque intervenire. Va ricercato Lavezzi, lasciandolo allenare in campo, non riuscendoci in settimana: e allora, un posto è per il Pocho; e poi, presumibile e quasi certo, spazio ancora a Dossena, che ha corsa e che l’altro ieri ha potuto rimettere energia nel motore.
Scelte – Ballottaggio a destra, semmai, tra Zuniga e Maggio, in umanissimo affanno. Il lunedì, per chi è reduce da una partita vera e intera, è fatto di bagni, massaggi e un po’ di scarico; partitella per chi ha svolto il ruolo d’osservatore o per chi ha giocato poco. Tentazioni eventuali suggerite dal minutaggio più recente: frenare Dzemaili, che ne ha fatte tre su tre dall’inizio e quel Pandev lì, che sta così bene, che potrebbe spingere a far riposare Hamsik o Cavani. Febbraio è corto, ma pienissimo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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