E allora, la prova del nove? La domanda che sorge spontanea, per scavare nei segreti della vigilia, resta appesa nell’aria, a galleggiar nel vuoto: perché la Pineta oscura, occulta e lascia poco all’immaginazione d’un sabato «normale»; ma quando il gioco si fa duro – e Marsiglia docet – Higuain si tuffa in campo a giocare, resistendo a se stesso, ai malesseri, ai malanni, agli acciacchi di stagione. Il listone dei convocati è una porticina che si spalanca sul San Paolo: fuori Mesto (la maledizione degli esterni), dentro il giovane Luperto (per avere un difensore in più) e in quell’elenco c’è però anche Sua Maestà il bomber, rimesso in piedi dalla terapia ma rimasto in dubbio perché rischiare è bene ma esagerare è folle.
TURN OVER. Stavolta il tour de force è da «brividi» e bisogna dar di conto, leggere nel futuro, prevedere gl’interventi per giovedì (in Europa League), progettare la doppia sfida, in quattro giorni, con il Milan (a San Siro) e con il Parma (al San Paolo), «stendere» dunque un mini-calendario con ipotesi di minutaggio. El Pipita è (ovviamente) centrale al progetto e però comincia solo se sta benissimo, se non c’è neanche una briciola di preoccupazione sui suoi muscoli. Poi, si procede secondo logiche e qualche ballottaggio: Maggio e Ghoulam sono gli esterni difensivi, Albiol aspetta di conoscere il partner che sostituirà Koulibaly (più Britos che Henrique), in mezzo al campo ci sta David Lopez e probabilmente con lui Jorginho e tra le linee, con l’inattaccabile (ma sfiancato) Callejon, si rivede Mertens e si dovrebbe ritrovare Hamsik, che però avverte il fiatone sul collo di De Guzman.
PAURA. Ma la sorte ha scelto e per il momento va così: al sabato, storicamente, c’è rifinitura e dunque un lavoro mirato, nel quale sono più ridotti i pericoli d’impatto. Al Napoli la fortuna ha smesso di lanciare i propri sguardi e Koulibaly, già fuori per somma di gialli, stamattina è dovuto accomodarsi in clinica per una radiografia al malleolo della gamba destra che ne scongiurasse la frattura. Rimane ovviamente il dolore e la speranza di farcela per l’Europa League o, almeno, per il Milan. Ma intanto el Pipita come sta?
Fonte: Corriere dello Sport
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