Il ballottaggio di centrocampo tra Gargano e Dzemaili sembra dar ragione al primo. Nella corsa a rifar coppia con Inler, infatti, in vantaggio c’è l’uruguaiano.
TANDEM – E non c’è neppure tanto da meravigliarsi, visto che Inler-Gargano è il tandem sul quale ha puntato Mazzarri con più convinzione e dall’inizio. Un ritorno all’antico, se si vuole. Del resto, se nelle ultime due di campionato e contro il Bayern in Champions le cose là in mezzo erano cambiate, era stata solo per colpa di quell’accidente muscolare rimediato il 10 ottobre a Cagliari, che ha costretto Gargano lontano dal Napoli e anche dalla sua Nazionale. Roba passata, comunque. Rimesso in piedi dai medici azzurri nei tempi minimi a disposizione, l’instancabile mediano è pronto a ricominciare, mentre Mazzarri può tirare un lungo sospiro di sollievo, dopo aver provato il possibile (Inler-Dzemaili contro l’Udinese e il Bayern) e anche l’impossibile (Inler-Santana col Catania) per ritrovare a centrocampo il ritmo e la geometria smarriti. Una “sparizione” che forse è possibile spiegare.
DIVERSITA’ – Mentre Inler e Dzemaili, infatti, hanno lo stesso passo e finiscono col rendere posapiano tutto il centrocampo, Inler e Gargano si completano bene proprio perché sono differenti, perché in comune non hanno proprio niente: né strutturalmente né tecnicamente. Rapido, aggressivo, rubapalloni come nessun altro, capace di cambio di passo l’uruguiano; più prestante, più ragionatore, più disegnatore di gioco, invece, lo svizzero che studia per passare da baritono a tenore. E non è tutto: con Inler un po’ più avanti, infatti, Gargano, finalmente sollevato dall’impegno di far ripartire il gioco azzurro – come invece era stato costretto a fare spesso e con fortune alterne nelle ultime stagioni – si può dedicare con maggiore attenzione alla rincorsa dell’avversario e alla copertura; di contro, avendo di fianco un instancabile mediano acchiappatutti, Inler può sentirsi più libero nell’impostazione e nel suggerimento. L’uno, insomma, completa e favorisce l’altro. E tutti e due assieme fanno un buon centrocampo e alimentano il dinamismo della squadra.
Buone notizie, dunque, in attesa della Lazio e nell’imminenza del Manchester City. Con ordine, però. Uno alla volta. Prima c’è Reja con questa Lazio che in trasferta fa paura, con il suo strabiliante score di un pareggio (a Milano contro il Milan) e quattro vittorie (Cesena, Firenze, Bologna e Cagliari) con due gol minino a partita. Ed è qui che tornano in prima fila i due centrocampisti azzurri.
I COMPITI – A Gargano, infatti, toccherà prendersi cura del brasiliano Hernanes, ispiratore di quasi tutte le azioni d’attacco dei laziali. Dovrà essere lui, col suo passo breve ed asfissiante a limitarne le invenzioni, a non consentirgli di far danni, mentre il suo “socio” Inler dovrà dividersi – a meno di variazioni tattiche di Reja – tra Lulic e Ledesma (al quale dovrà pensare anche Cavani). Ledesma ed Hernanes. Ovvero il metodista e il rifinitore. Chi comincia l’azione e chi ordina l’ultimo passaggio. Come dire che domani il Napoli sarà, sì, nelle mani di De Sanctis e nella testa di Cavani, ma anche – o soprattutto – nei piedi dei suoi due centrocampisti.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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