L’emergenza spinge il Napoli là dove almeno dall’inizio non è mai approdato. Non è certo, non v’è nulla di sicuro perché Mazzarri spranga porte e finestre affinché non scappi nulla dallo spogliatoio, ma a Roma, dopodomani sera, potrebbe andare in campo un Napoli diverso. Diversamente disegnato. Ovvero: difesa a quattro, tre centrocampista, due mezze punte o giù di lì e un attaccante. Questione di numeri e di nomi a disposizione. Necessità, insomma. Perché stavolta più che le convinzioni e le intenzioni dell’allenatore è, sarebbe, soprattutto l’emergenza a dettare gli undici giovanotti da mandare in campo.
SCELTE OBBLIGATE – Contati, infatti, quelli per la trasferta di sabato sera con la Lazio. Anzi, meno che contati per una squadra che già di solito ha giusto giusto gli uomini per il campo e la panchina. Il conto è semplice. Due squalificati (Gargano e Zuniga), due infortunati (Maggio e Dossena, entrambi afflitti da affaticamenti muscolari e il primo in forse pure per l’infrasettimanale contro l’Atalanta), un lungodegente (Donadel), Lucarelli che c’è ma non c’è e il conto che scende a quattordici giocatori a disposizione più i portieri, si capisce.
IL MODULO – Di qui l’esigenza, forse, di rivedere per questa partita le certezze tattiche di sempre. Certo, prima di mettere la firma in calce alla formazione, Mazzarri vorrà sicuramente capire come Reja metterà in campo la sua Lazio, ma intanto sta (starebbe) pensando a queste scelte: De Sanctis; poi una difesa con Campagnaro, Cannavaro, Britos e Aronica; Dzemaili, Inler e Hamsik a centrocampo; Pandev e Lavezzi alle spalle di Cavani se non sulla stessa linea. Napoli a trazione anteriore, è vero, ma comunque con quattro difensori a garantire copertura. Alternative a questa sorta di 4-3-3? Sì. Il solito 3-4-1-2, pure possibile con Fernandez e Britos ai lati di Cannavaro e con Campagnaro e Aronica esterni di un centrocampo con la coppia svizzera, più, davanti, il solito mezzo tridente. Ma in questo caso, in nome di una continuità tattica che ci potrebbe stare se la Lazio giocasse con due punte, il sacrificato potrebbe essere Pandev. Al quale non resterebbe che storcere un’altra volta il muso, convinto com’è – e non a torto – di essere uno degli azzurri più in forma del momento. Idee, comunque. Disegni che vanno e vengono sul notes dell’allenatore arrivato a quest’appuntamento, snodo fondamentale per questa stagione ma anche per la prossima, con una rosa assai ristretta e, da quello che s’è visto con la Juve, neppure in condizioni atletiche brillanti. Come dire: i guai arrivano spesso in compagnia.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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