L’abito da sera: perché con le Vecchie Signore bisogna essere eleganti e, ovviamente, pure galanti. L’abito da sera, al san Paolo, nove gennaio del duemila undici, mica tanto tempo fa: notte della stella, quella di Edinson Cavani, che brilla e accende il San Paolo, con la sua ennesima tripletta (foto sopra). Madame è spazzata via con una semplicità disarmante, finisce tre a zero e comincia un volatone che trascina il Napoli nei pressi dello scudetto – intravisto sino alla sesultima di campionato, quando l’Udinese passa a Fuorigrotta. Però è qualificazione in Champions League e poi comunque è l’inizio di una nuova era.
E non finisce lì, il 20 maggio del 2012 è (calcisticamente) ieri, se ne avverte ancora l’eco: all’Olimpico di Roma c’è in palio un trofeo, la coppa Italia, ed è di nuovo, ancora, Juventus-Napoli, con i bianconeri invitti freschi campioni d’Italia e un cielo che si tinge d’azzurro. Segna Edinson Cavani dal dischetto (foto sotto), prima che Hamsik la chiuda, perché segna sempre lui, trentareesima rete stagionale pure nella sua seconda stagione partenopea. E fanno sessantasei. E fanno la Coppa Italia. E poi l’estate, con la Juventus che sta alla finestra e osserva la chioma fluente del matador e un po’ la sogna. L’abito da sera è nell’armadio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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