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Contro la Juventus giocheranno Maggio e Zuniga

L'unico dubbio è chi affiancherà Cavani tra Insigne e Pandev

Vietato vietare ma anche vietato sbagliare: e mentre Udine è solo una sfumatura di bianco&nero che si sta ulteriormente spegnendo, nel cielo (azzurro) di Napoli è già comparsa Madame, con la sua ombra imponente, la sua figura sontuosa, quasi regale e assai invitante. La Vecchia Signora non perde un colpo, ha un giorno in più di riposo nelle gambe, una struttura tecnica di assoluto rispetto, una autorevolezza degna della Regina (assoluta) del campionato: ma mentre intorno cresce l’attesa a Castelvolturno lo « stress da prestazione » implode e i preparativi possono (devono) pur cominciare. E’ l’alba del Giorno, del match clou di una stagione, d’una gara che può ancora tener vivo il senso d’una stagione collettiva, ancor prima del Napoli: vale la difesa del secondo posto e però anche un bagliore di speranza che si intravede in una notte da undici leoni. 

TURN OVER? – Ma stavolta non c’è tempo per perdersi in calcoli, per dare una lettura rapida al minutaggio, per andare a scorgere nei tabellini delle ultime partite: a naso, e solo così per il momento, è l’ora e mezza da affidare ai titolarissimi, agli uomini che sanno bene cosa fare e come farlo, attraverso il cosiddetto codice-Mazzarri, 3-4-1-2 (3-4-2-1, interpretatelo come vi pare), un mantra o la coperta di Linus da consegnare a quel miniesercito di scugnizzi capaci di restare aggrappati al sogno, di vivere in funzione della Champions e ( sss , non si dice) dello scudetto. Il turn-over è nella corde d’una settimana pianificata sin da Plzen, nel ventre d’uno stadio reso ancor più gelido dall’eliminazione in Europa League: poi c’è stato il Friuli, Mesto e Armero, e ora si medita se ed eventualmente dove cambiare. 
MA LE ALI? – La domanda che sorge immediata dondola tra la corsia destra e quella sinistra, le aree di intervento sulle quali Mazzarri ha posato gli occhi per tentare di prendere ai fianchi la Signora: Maggio ha riposato e pure Zuniga ed è questo tandem di esterni che ha imparato benissimo la lezione, che sa essere disciplinata nelle due fasi, che nella visione personale del calcio d’un tecnico che s’è spinto già nella partitissima può offrire garanzie. Le percentuali, senza la necessità di ricorrere agli specialisti consumati dalle elezioni, inducono a sistemare l’uno e l’altro un filino avanti a Mesto e Armero: dunque, 60% a Maggio e a Zuniga e il resto ai concorrenti diretti per due maglie che pesano e come. 
PUNTA VERA? – Poi c’è da definire l’attacco, il partner di Cavani (e di Hamsik), la scelta sulle caratteristiche e sulle motivazioni, il grado di salute: l’ultimo Pandev non ha appassionato ma pure un anno e mezzo quel pallore (e talune preoccupazioni) vennero dissolte dal clima del match, e fu così che Goran il macedone riuscì a regalarsi una doppietta (e l’illusione del 3-1) e a far dimenticare l’assenza del Matador. Stavolta, si galleggia nell’incertezza, si riflette ad oltranza, si verifica – nell’allenamento mattutino – la consistenza di Insigne e quella di Pandev, si ragiona sulla capacità del primo di andare a far pressing sulla prima giocata e sulla prepotenza del secondo nel andare invece a fare forcing. E’ Napoli-Juventus e non ci sono neanche i dettagli da concedere: vietato sbagliare, vero; ma, sia chiaro, vietato vietarsi qualsiasi intuizione. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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