Cosa chiedere di più alla vita (da tifoso)? Il Bayern prima, la Juventus a seguire: c’è l’essenza del calcio in questa quattro giorni senza sosta, con il sangue che pulsa nelle vene e il cuore che impazzisce. Marienplatz è l’epicentro d’una giornata da favola, da raccontare ai nipotini un bel giorno: però, tra un boccale di birra ed una foto di massa, il profumo inebriante della Vecchia Signora s’annusa nell’aria. «Chi non salta juventino è….». Fin qua, prima durante e dopo l’ennesima notte tra le stelle: per lanciarsi con bramosia sulla carissima «nemica» e trasformare una partita di calcio nella madre di tutte le partite.
PIENONE – La crisi esiste, non c’ dubbio e non c’è neppure da scherzare troppo: ma la borsa, per andare al san Paolo, tiene ed annuncia l’ennesimo tutto esaurito. Napoli-Juventus sfugge all’austerity e ribalta i principi economici: al mercoledì sera, quando ancora c’è da gustarsi il Bayern, è rimasto ben poco dei 60.204 posti, avendone già occupato cinquantamila. Ma sì, cinquantamila (compresa ovviamente la quota abbonati), che significano «occupazione» totale d’uno stadio sistematicamente troppo piccolo quando c’è da opsitare uan Vecchia Signora in una scenografia da mille e una notte.
TURN OVER – Il resto è calcio, schemi e diagonali, moduli e la pura legge del turn-over, lasciata nello spogliatoio dell’Allianz Arena, praticamente inattuabile per manifesta volontà. Napoli-Juventus è La PARTITA, il possibile anello di riavvicinamento alla capolista, la sfida maestra da affrontare con il piedino sull’accelatore e nessuna concessione: si cambia, però poco, quasi niente, lasciando che siano gli interpreti della Champions, quindi i titolarissimi, ad andare all’assalto d’una leader sorprendente. Dentro, la meglio gioventù, e però anche Cannavaro – riposatosi a Monaco per somma di cartellini gialli – e con lui, quasi sicuramente Dossena, ormai il proprietario quasi indiscusso della corsia mancina in campionato. Da Monaco, però, Mazzarri torna con il dubbio Aronica (ieri sera radiografia per lui, niente di rotto) e l’alternanza prevede, in caso di inabilità del siciliano, l’ingresso di Fideleff.
IL GIORNO DEL QUAGLIA – Quell’ora e mezza specialissima che già spunta all’orizzonte è un romanzo popolare che s’arricchisce sempre di nuove trame, avvincenti o melanconiche, rancorose o semplicemente decorative: Napoli-Juventus di quest’anno ha dentro di sé i connotati di sempre, però integrati dal ritorno al San Paolo di Fabio Quagliarella, protagonista (suo malgrado) appena un anno fa d’un divorzio clamoroso, materia da giuristi del tifo che per un po’ si sono espressi in vario modo.
PRECEDENTI – I numeri hanno un’anima, è vero, ma il calcio del passato è argomentazione statistica: stagione 2010-2011, finì 3-0, con tripletta di Cavani; stagione 2009-2010, si chiuse sul 3-1, con Hamsik, Quagliarella e Lavezzi in risposta al gol d’apertura di Chiellini; stagione 2008-2009, Hamsik e Lavezzi per agganciare e superare Madame in fuga grazie ad Amauri; stagione 2007-2008, doppietta di Domizzi (dal dischetto) e Gargano, prima di congedare i bianconeri a segno con Del Piero. I numeri non mentono: Napoli-Juventus è per uomini forti…
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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