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Contro la Juventus ci sarà il Napoli formato Champions

Mancherà solo lo squalificato Gargano

I titolarissimi son quelli lì e i fratini, le casacchine, chiamatele come volete, sono catarifrangenti per illuminare la strada che conduce alla coppa Italia: i titolarissimi di Mazzarri in effetti avrebbero anche Gargano ma quel rosso ( «maledetto» ) rimediato con il Siena a qualificazione ormai acquisita, un gesto di generosità estrema induce – pardon, costringe – a rimescolare le strategie ed a sistemarsi di conseguenza, a dare spazio immediatamente a Dzemaili, un altro che ha il minutaggio elevatissimo, dunque tra le star, e però senz’avere alternative a partita in corso. La «Vecchia Signora» è un’ossessione da domare e allora, largo a chi ne sa di più, a chi ha attraversato le fiamme della Champions e del campionato, a chi ha rappresentato la garanzia della filosofia tattica: 3-4-2-1 o anche 3-5-2, perché i numeri hanno un’anima e va capita quale sia stavolta l’identità da indossare.

ECCOLI – I nomi, al di là dei moduli, son praticamente quelli che indurebbero a cantarsela come s’usava da bambini: De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Inler, Dzemaili, Zuniga; Lavezzi, Hamsik; Cavani. Il resto è plastilina da modulare: dipenderà dalla strategia che Mazzarri vorrà utilizzare su Pirlo, se lasciare il controllo ad uomo ad uno dei centrali oppure se affidarsi ad Hamsik in fase di scivolamento; e dunque, da quel momento, s’adegua la fase attiva. E poi, abbinamenti, a uomo nella zona, lasciando che sugli esterni le ombre di Maggio e Zuniga si abbinino con chi capita e che dietro Aronica e Campagnaro, più di Cannavaro, restino nel proprio giardino e attendano. In teoria, ma assai, è 3-5-2, perché poi Hamsik finirà per assecondare il proprio talento e la versatilità, se ne andrà a tagliare gli angoli di passaggio pronto per assecondare il Pocho e Cavani, i partner ideali, cinquantaquattro reti in tre…
IL SOGNO – Ma cosa volete che sia tutto ciò rispetto alla gloria, al desiderio di chiunque di riuscire ad afferrare la coppa e poi sbatacchiarla di qua e di là: ma pensate forse che Madame sia d’accordo? Il Napoli che si gioca il suo primo trofeo a portata di mani è il Napoli cui Mazzarri ha concesso le proprie preferenze: basterebbe guardare le formazioni del passato – ovviamente con Gargano – per accorgersi che questa è la formazione che lo introduce con maggior serenità (?) alla finalissima, la sua rivincita personale nello stesso Olimpico in cui Delio Rossi gli strappò all’ultimo rigore il trionfo. La «sua» Napoli è una qualificazione in Europa League, poi un terzo posto da Champions e ancora un quinto posto però stavolta con la finale di Coppa Italia: cosa pensate manchi nel curriculum vitae?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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