Continua il trend positivo per il Napoli, Benitez dimostra di tenere salde fra le mani le redini di una squadra ora al galoppo, in grado non solo di vincere ma anche di meritare e imporsi sull’avversario.
SASSUOLO CORAGGIOSO – Non c’è da credere che fosse una trasferta facile quella a Reggio Emilia: sia perché l’avversario era di quelli che lottano con le unghie e con i denti per la salvezza, sia perché il Napoli veniva da una settimana dispendiosa, con le vittorie (anche molto appaganti) contro Milan e Roma. Il Sassuolo non solo è la squadra dei napoletani Floro Flores e Cannavaro (entrambi in campo oggi), ma anche la prima formazione che in questo campionato ha inaugurato la tattica anti-Napoli, imponendo l’1-1 al San Paolo: un centrocampo estremamente affollato e tutti gli uomini dietro la palla, ad esercitare un pressing continuo e asfissiante. Ma ad oggi non è più Di Francesco il tecnico del Sassuolo, e Malesani ha un’altra filosofia di calcio. Il suo Sassuolo ha provato a sfidare gli ospiti sul piano del gioco, ma si è trovato a soccombere contro una squadra più forte, e decisamente in forma.
INIZIO NEL NOME DI HAMSIK – Primi 10’ del match piuttosto interlocutori, ma il Napoli ci ha provato subito con qualche bel fraseggio fra Higuaín e Hamšík e poi un assolo dello slovacco, con tiro di poco fuori. Il dialogo fra i due per vie centrali è stato il tema iniziale della gara, e nei secondi 10’, con la calma dei forti, il Napoli ha continuato a crescere, schiacciando il Sassuolo e costruendo con precisione azioni lunghe e articolate, senza però alzare il ritmo. E sempre per i piedi di Hamšík sono passate altre due o tre occasioni, ancora senza fortuna. Mantenendo un’intensità media, per gestire le energie non al massimo, il Napoli ha continuato la pressione, e intorno alla mezz’ora è stato Insigne a procurare due occasioni da gol, prima lanciando magistralmente Higuaín (sprecone davanti a Pegolo), poi provando da solo la conclusione, parata anch’essa. Ancora Higuaín ci ha provato da posizione decentrata, e poco più tardi il vantaggio firmato Dzemaili, fino a quel momento un po’ impreciso in costruzione, è stato sacrosanto.
LA RIPRESA DI INSIGNE – Il secondo tempo è cominciato bene per il Sassuolo, apparso deciso a cercare il pareggio, ma la difesa azzurra si è comportata benissimo, vigilando su un Floro Flores così così e su un Berardi arginato a dovere. Per qualche minuto il Napoli si è un po’ scollato, con Behrami e Dzemaili molto bassi a proteggere e i quattro d’attacco, soprattutto Mertens, lontani e poco inclini a ripiegare, mentre Higuaìn è rimasto acciaccato per un colpetto non cattivo di Cannavaro. In questa fase di minore compattezza il Napoli però ha fatto di necessità virtù e ha usato la tattica de “la miglior difesa è l’attacco”, affacciandosi di nuovo con insistenza dalle parti di Pegolo fino al 2-0 meritatissimo. Meritato sia per la squadra che per il marcatore, un Insigne in grande spolvero, capace di sacrificio e qualità, abile a svolgere tutto il lavoro difensivo e ad essere letale in fase offensiva.
FINALE OCULATO – Fra il 60′ e il 70′ il Sassuolo ha abbozzato una reazione, contenuta e assorbita da una difesa azzurra solidissima e da un accorto spostamento di baricentro della squadra intera, astutamente raccolta dietro la palla per puntare sulle ripartenze. E da una di queste Pandev, da poco entrato, ha sfiorato il 3-0 con un numero in area, e dopo 1o’ lo stesso macedone ha mandato in porta Insigne, che ha sciupato la doppietta personale. Di lì alla fine il Napoli ha accarezzato più volte il terzo gol: sublime il tentativo di Mertens dopo uno slalom pazzesco, e in una fase in cui anche il belga aveva ripreso a svolgere diligentemente il lavoro difensivo.
BENE TUTTI – Benitez ha gestito a perfezione tutta la gara, osservando i suoi uomini muoversi nel modo giusto a seconda delle fasi di gioco. Nei minuti conclusivi ha operato le giuste sostituzioni, per preservare l’equilibrio e la densità a centrocampo (come spesso ultimamente nei finali) e per concedere minuti a Henrique e Radošević. Dopo qualche settimana di fatica atletica e di inserimento dei nuovi acquisti, il tecnico sta facendo in modo di limare tutti i problemi della sua squadra, nonostante il poco tempo a disposizione per preparare i match. E quando gira al meglio il collettivo ne giovano certamente anche i singoli: si è detto del lieto ritorno di Hamšík e della vena ritrovata da Insigne (che è migliorato dalla famosa storia dei fischi al San Paolo in poi). Ma sembra rinato anche Maggio, oggi impeccabile in tutte le parti del campo, e con lui Fernandez, che ha esibito interventi pregevoli, e spesso in anticipo, per tutta la partita. Un gran bel lavoro, a cui ora c’è soltanto da dare continuità.
Lorenzo Licciardi
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