Si ricomincia. Gira la ruota di Walter Mazzarri. E girano le parole, le idee, le immagini: ieri una lunga riunione in sala video, una chiacchierata con la squadra, la scossa da trasmettere in vista del Chievo. Prima tappa di una regata che sembra infinita e che culminerà nella semifinale di ritorno con il Siena: la squadra di Mimmo Di Carlo e poi la Fiorentina, la prima con il Chelsea, l’Inter, il Parma, il Cagliari, ancora i Blues, l’Udinese e la seconda, decisiva, con il Siena. Da domani al 21 marzo. Tutto d’un fiato. Con un turnover da gestire.
LA CARICA – E allora, sotto con le idee e gli schemi. Con la visione dei frame dell’andata di Coppa Italia e le successive spiegazioni: Mazzarri ha spiegato ai suoi quello che non è andato e quello che è andato meno bene. Ha piazzato qualche “okay” e qualche “no”, qualche spiegazione e qualche accorgimento: e poi è andato giù di carica. Perché è con carica, concentrazione e grinta che gli azzurri dovranno scendere in campo con il Chievo. «Recitare da Napoli», è l’input. Tornare a essere una fuoriserie.
LE IDEE – Macchina da corsa, insomma. Con pezzi intercambiabili dalla difesa al centrocampo. Il primo step è di certo la metamorfosi difensiva, considerando la squalifica di capitan Cannavaro: al suo posto, al centro, giocherà Aronica. Come con il Cesena. E ai fianchi di Totò i candidati più seri alla composizione del tris di centrali sono Fernandez e Britos. Sì, i due sudamericani: il giovanotto argentino dovrebbe far rifiatare il connazionale Campagnaro, con il quale il tecnico ha parlato a lungo nel corso dei suoi soliti colloqui settimanali, tornando titolare dopo l’ultima passerella di campionato, ancora al San Paolo, con il Lecce (in assoluto, invece, Fernandez non gioca dal primo minuto dalla sfida degli ottavi di finale di Coppa Italia con il Cesena); mentre l’uruguaiano si piazzerà sul centro-sinistra. In porta, ovviamente, De Sanctis.
TORNA IL LEONE – A centrocampo, la notizia più importante è di certo il ritorno dal primo minuto di Inler. Il leone ferito che ha voglia di riprendere quota. Di riprendere le fila di un discorso cominciato con toni solenni e poi interrotto così, all’improvviso. Gokhan lo svizzero ha le idee chiare e i muscoli tirati a lucido. E lo spezzone di Siena ha dimostrato un impatto forte che merita la conferma. Al suo fianco, Gargano più che Dzemaili. Con Zuniga a destra e Dossena a sinistra. Sosta ai box per Maggio: lui, che ieri ha compiuto 30 anni, si accomoderà in panchina e proverà a riposare un po’ dopo il super lavoro degli ultimi tempi.
LA STAFFETTA – Per quel che riguarda l’attacco, tornerà dall’inizio Lavezzi. Il Pocho, che mercoledì al Franchi è partito dalla panchina, salvo poi risultare decisivo nella forsennata corsa alla rimonta, ci sarà. Senza dubbio. E poi Cavani: saranno loro i primi due pezzi del puzzle di tenori, mentre per la terza casella è in corso la staffetta tra Hamsik e Pandev. Lo slovacco ha giocato molto, la stanchezza si fa sentire, e nell’ottica del tour de force che andrà in scena tra quel che resta di febbraio e marzo sarà logico centellinare le risorse e alternare gli uomini. Mazzarri sta già pensando al primo avvicendamento, ma soltanto oggi, in occasione della rifinitura, le idee potranno assumere i contorni delle scelte definitive.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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