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Contro il Cagliari Pandev per sfatare un tabù…

Con il macedone in campo, gli azzurri non hanno mai vinto

Rieccolo, Pandev. Non c’è Cavani – che Mazzarri vuol tenersi fresco fresco per gli inglesi – e allora tocca a lui, che, mentre Vargas studia da futuro giovane tenore, per l’allenatore resta la prima alternativa dell’attacco. Torna e torna dall’inizio, Pandev. E’ vero, questa non è una novità, gli è capitato già dodici volte, ma di quella dozzina di partite solo cinque le ha giocate per intero.

GLI OBIETTIVI – Cosicché, il primo obiettivo del bomber nato in Macedonia è quello di allungare il numero delle sue presenze in campo dal primo all’ultimo secondo. E c’è una ragione. C’è che Pandev vuol sfatare un piccolo, ma fastidiosissimo tabù che, indispettito, si trascina dall’inizio di stagione: sino ad oggi, infatti, non ha mai vinto quando è rimasto in campo per tutta la partita. Per lui, e per il Napoli ovviamente, una sconfitta (a Verona con il Chievo) e quattro pareggi (a Novara e a Siena e poi in casa con il Bologna ed il Cesena). Così non va.
CACCIA AL GOL – Pandev vuole cancellare questa stranezza amara. Stavolta oltre a sperare che a un certo punto a bordocampo non s’alzi il tabellone con il suo numero di maglia, cerca anche la vittoria. E dovesse tornare pure al gol, beh, allora la notte sarebbe davvero tutta sua. Anche perché dopo due panchine e neppure un attimo sul prato, l’ex interista vuol dimostrare a Mazzarri che, dovesse servire, lui è bell’e pronto anche per il Chelsea. Questo match col Cagliari, dunque, è un’occasione. Anzi, è la sua occasione. E vuole sfruttarla, Pandev, visto che il sentiero che porta al campo per lui s’è ancora più ristretto da quando il tridente ha ripreso a volare anche grazie ai gol del Pocho e, non bastasse questo, anche da quando Mazzarri ha scoperto che se non c’è Hamsik, tatticamente forse è Dzemaili il sostituto dello slovacco più funzionale all’equilibrio della manovra azzurra. Chissà, magari se lo sarà chiesto pure, Pandev, se stasera tocca a lui giocare dall’inizio giusto perché lo svizzero è squalificato, ma la cosa alla fine gli interessa poco.
L’OCCASIONE – Per il signor Goran, infatti, l’importante è aver ritrovato posto in formazione. Il resto, ovviamente, è affidato al campo. Anche perché lui, rispetto a Dzemaili, assicura alla squadra un altro calcio. Lui fa l’attaccante. La prima o la seconda punta, mentre lo svizzero è più guardiano a centrocampo. Contro il Cagliari, dunque, Napoli d’attacco. E, anche grazie a Pandev, con più d’una soluzione là davanti. Mazzarri, infatti, può pensare ad Hamsik alle spalle del macedone e del Pocho; al Pocho più centrale con gli altri due appena un po’ più indietro; a Pandev centrale e più avanzato per lasciar spazio agli inserimenti dei suoi “soci”, oppure ad un tridente più puro e più sfacciato. E non è detto che durante la partita il Napoli non passi da una soluzione all’altra, assecondando la giocata e del momento. Ma tutto questo non spaventa Pandev, abituato al tocco elegante ma anche al sacrificio. Fine di tecnica e pure di cervello, infatti, il macedone è uno dei calciatori più affidabili e completi che Mazzarri abbia a disposizione. Affidabile, di spalle larghe e anche di onoratissima carriera.
LA SCELTA – Un Pandev che forse sta soffrendo perché non trova tutto lo spazio che vorrebbe, ma che certo non si pente della scelta fatta l’estate scorsa. Anzi, tutt’altro. Soprattutto dopo aver compreso e sperimentato l’affetto e la fiducia della gente. “Mi sembra d’aver vissuto sempre qui” , racconta spesso Pandev che, arrivato in azzurro in prestito dall’Inter, a Napoli resterebbe volentieri a lungo. Anche per questo deve sfruttare ogni occasione, ogni minuto di partita per convincere Mazzarri a non mollarlo.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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