Poche volte il turn over nel girone d’andata ha sortito gli effetti sperati, spingendo Mazzarri puntualmente nell’occhio del ciclone. Ma stavolta le cose sono cambiate. Intanto alcuni dei ricambi (Pandev su tutti) sono cresciuti e hanno memorizzato meglio gli schemi; poi un paio di titolarissimi (Aronica e Inler in particolare) hanno giocato ininterrottamente cinque partite consecutive; infine il calendario propone nei prossimi ventisette giorni otto gare di fila tra campionato, Coppa Italia e Champions. Inevitabile la rotazione. Quasi obbligatori gli avvicendamenti anche per prevenire possibili infortuni. Mazzarri ha anticipato qualcosa a De Laurentiis nel briefing di giovedì. Nulla, invece, ha voluto dire alla vigilia. Il tecnico del Napoli, pur puntando ad una rimonta in campionato, non può non tenere conto delle due semifinali di Coppa Italia con il Siena (9 febbraio e 21 marzo) e della doppia sfida di Champions con il Chelsea (21 febbraio e 14 marzo). Ecco quindi la mini rivoluzione alla prima del girone di ritorno: fuori alcuni dei big (Cavani, Inler, Maggio, Aronica), dentro alcuni degli elementi in organico più freschi ed in grado di non guastare più di tanto gli ingranaggi dell’intero complesso. Da Pandev a Dzemaili, da Britos a Dossena con il dirottamento di Zuniga sulla fascia destra in sostituzione di Maggio.
Quattro innesti, quanto basta per non smarrire del tutto l’identità tattica. Quattro elementi che dovrebbero garantire al Napoli più fisicità e mordente.
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