Si scrive turn over e però si legge rivoluzione, o magari ribaltone: perché ora che il gioco si rifà duro, bisogna andarsele a giocare con le corsa sciolta e i muscoli disintossicati. Si cambia: e come, e quanto, praticamente ovunque, rimescolando difesa, centrocampo e attacco, cambiando la fisionomia, ritoccando il Napoli ricostruito con un trucco che manco un visagista. Il sabato mattino è il giorno delle scelte definitive, quelle che emergono dalle riflessioni approfondite dopo il venerdì dei messaggi subliminali lanciati attraverso le casacchine.
SORPRESA – La prima news di giornata ha un suo valore specifico, ma certo fa meno rumore della seconda, che nel bel mezzo del campo diviene centrale: Hamsik ha qualche problemino al piede ed è consigliabile non rischiarlo, quanto basta per spostare Dzemaili dall’annunciata posizione di mediano, spostarlo tra le linee e chiedere a Gargano e Inler, ormai gli unici superstiti con certe caratteristiche, di proseguire nel loro tour di force e prodursi in un’altra serie di straordinari. E’ tutto deciso sugli esterni, non essendoci altri cursori: Maggio rimane a casa, come sospettato sin da Londra, e affida le sue abitudini a Zuniga; a sinistra se ne va, come buona abitudine, Dossena.
NO POCHO – L’aereo sta quasi per rullare, breve chiacchierata tra Mazzarri e il dottor De Nicola, scambi di opinioni con il pocho, per il quale eventualmente c’è un posto in panchina che ne limiti gli sforzi agli adduttori: ma no, che senso ha, meglio starsene a Napoli, avere la testa e i muscoli sgomberi da ogni preoccupazione, svuotarsi della tensione e dell’amarezza e, chiaramente, conservarsi bello tonico per la sfida con il Siena di mercoledì prossimo. In attacco, Cavani è inamovibile, ha già avuto modo di riacquistare energie venerdì scorso, entrando contro il Cagliari dopo circa un’ora; e per partner, al matador, si ritrova, ovviamente Pandev, possessore di una carta di credito da utilizzare sul campo, l’unico modo proficuo per candidarsi al ruolo di punta e azzerare purte il gesto di insofferenza – al momento dell’ingresso in campo – di Stamford Bridge. Stavolta tocca a lui.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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