Nulla nasce dal caso, men che meno una squadra di calcio destinata a stupire, a diventare una certezza. La continuità si acquisisce nel tempo, modellando il gruppo, inserendo gradualmente piedi nuovi, cogliendo i margini di miglioramento dei calciatori in organico e resistendo alle sirene del mercato (in assenza di clausole rescissorie, s’intende). Gianluca Grava resiste da otto anni: è stata una figura di primo piano a lungo e quando s’è reso necessario il cambiamento, ha assecondato le esigenze del gruppo in umiltà. Paolo Cannavaro è arrivato in B, ha sopportato il peso d’un cognome imponente, ha ribattuto i fischi dei momenti critici, ha sconfitto i luoghi comuni ed è stato un titolare sempre, con chiunque, e a prescindere. Lavezzi, Gargano e Hamsik sono al Napoli da cinque anni: l’ossatura della prima stagione in A, il vento della novità. Aronica e Maggio da quattro; De Sanctis, Zuniga, Dossena e Campagnaro da tre; Cavani da due; Inler, Pandev e Dzemaili sono stati inseriti nella passata stagione e hanno finito per allungare la fila dei titolarissimi. Alle spalle premono ora Vargas, Britos e Fernandez, che hanno trovato dinnanzi «antagonisti» di spessore o problemi fisici o di adattamento, e che però offrono garanzie in prospettiva.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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