Il calcio è cambiato, molti illuminati pensatori individuano nell’addio alla classica numerazione da 1 a 11 la svolta decisiva: il salto verso la personalizzazione di questo splendido sport. Nell’immaginario collettivo, però, non l’hanno spuntata: vince ancora l’identificazione del ruolo attraverso il numero, modello che persiste dalla Serie C in giù. A Napoli c’è un solo numero, però, che identifica il massimo, l’aspirazione, il modello del pallone: il 10, dedicato a Diego Armando Maradona. Quando si danno i primi calci per strada, il sogno è quella maglia che incarna la magia, il talento, la classe. Crescendo, però, ci si rende conto che il calcio è un gioco di squadra e ci si affeziona anche ad altre posizioni. C’è chi, da piccolo, infatti, sceglie un’altra strada, un altro numero, un’altra filosofia di gioco: sono i portieri, i numeri uno.
Nella “Campania Felix” ci sono anche loro, basta ricordarne alcuni giunti in Serie A: da Taglialatela a Iezzo passando per Mirante. Una delle “cantere” specializzate nella formazione degli estremi difensori è l’Atletico Giugliano, diretto da Salvatore Sestile, ex portiere di Serie D in compagini come la Boys Caivanese e l’Akragas. L’Atletico Giugliano milita nel campionato di Prima Categoria ma riesce ad unire all’attività professionistica la formazione calcistica del settore giovanile con circa trecento iscritti. Il Napoli ha puntato il proprio mirino su questa realtà negli anni in cui l’ex responsabile del vivaio azzurro Giuseppe Santoro ha organizzato l’attività di scouting con cui sono stati pescati i principali talenti della scugnizzeria. Dalla stessa “cantera” è stato preso anche Antonio Ferrara, portiere classe ’98 degli Allievi Nazionali e uno dei più promettenti di quell’annata a livello nazionale.
Ad inaugurare l’asse Giugliano-Napoli è stato Gaetano Sestile, portiere classe ’93, figlio di Salvatore, che ha difeso i pali della Primavera azzurra due stagioni fa, sotto la guida di Roberto Miggiano.
L’Atletico Giugliano è una vera e propria scuola di portieri, grazie anche al lavoro del maestro Raffaele Ceriello. Nel 2007 l’osservatore Antonio Lisetto lo porta al Napoli, il preparatore dei portieri Luciano Tarallo lo seleziona in un provino al complesso sportivo “Nuova Audax” di Casoria. Il parere entusiasta di Tarallo convince Santoro a osare e a battere la concorrenza della Mariano Keller che era pronto a tesserarlo. Nel 2007 il Napoli riesce a tesserare Nikita Contini Baranovsky, nato a Kiev ma “napoletanissimo”, figlio di madre ucraina e padre italiano. Sin dalle categorie regionali si nota il suo talento ma colpisce la sua costante crescita. Nel campionato Giovanissimi Nazionali di due stagioni fa si ferma per un lungo infortunio dovuto a uno scontro in allenamento con l’esterno offensivo Gennaro Tutino. L’allenatore Nicola Liguori è bravo a valorizzarlo dopo un lungo periodo in cui è stato fermo ai box. Contini, dotato di cultura del lavoro, cresce di partita in partita; il momento-clou della stagione arriva con il torneo di Arco di Trento, dove il Napoli batte in semifinale l’Atalanta ai calci di rigore perdendo poi solo in finale contro l’Inter. Classe ’96. freddo, coraggioso nelle uscite ed elastico nei movimenti tra i pali, Contini merita grande attenzione da parte dei dirigenti del Napoli. Nella scorsa stagione si è alternato tra la Primavera di Saurini, dove era il dodicesimo del ’94 Crispino (ora al Como in Prima Divisione Lega Pro), e gli Allievi Nazionali di Ciro Muro.
Il lavoro di Giuseppe Benatelli, preparatore dei portieri della Primavera azzurra, l’ha aiutato a migliorarsi sempre di più soprattutto su attenzione e rapidità nei movimenti. In questa stagione Contini può essere considerato uno dei migliori nel cammino della Primavera di Saurini tra campionato, Coppa Italia, terminato agli ottavi di finale contro la Lazio, e Youth League. Sono le tante gare in cui si è rivelato il migliore in campo, illuminando gli occhi dei presenti con splendidi interventi. Il più emozionante all’”Hydraulik Stadion” di Holzwickede nella partita contro il Borussia Dortmund quando nel primo tempo si rese protagonista di una doppia parata che convinse il pubblico tedesco a concedergli applausi a scena aperta.
Nikita ha ricevuto per l’Epifania il regalo più bello che potesse aspettarsi: la prima convocazione in prima squadra, un assaggio di San Paolo. Il portiere classe ’96 azzurro è stato ad un passo dal vivere le emozioni dello Juventus Stadium il 10 Novembre scorso. Rafael accusava problemi alla schiena, Contini fu messo in preallarme e non partì con i compagni della Primavera per Palermo; il giovanotto di origini ucraine era pronto a partire per Torino con la prima squadra. Rafael, però, recuperò in extremis e sfumò il sogno di Nikita. E’ pronto a riprenderselo domani, al San Paolo, magari andando in panchina con il numero 12. Finora al San Paolo ci era stato solo per la finale di Coppa Italia Primavera contro la Juventus, stavolta, invece, al suo fianco avrà gli idoli che è abituato a vedere in tv o nelle sedute d’allenamento in cui è stato aggregato.
Non è un sogno, è la realtà. Nikita, è la prima volta al San Paolo. Emozioni indimenticabili, 6 Gennaio 2014, l’Epifania più bella per un ragazzo neanche diciottenne.
Ciro Troise
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