Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, continua la relazione in vista del nuovo Dpcm a Montecitorio.
“Il quadro epidemiologico è in transizione verso uno scenario di tipo 4 con alcune regioni che rischiano già la tenuta dei servizi sanitari. Si conferma quel quadro epidemiologico grave con specifiche criticità in regioni e province autonome, undici a rischio elevato o molto elevato. Altre sono classificate a rischio moderato con possibilità di progredire a rischio elevato. L’rt Nazionale è 1,7 con l’indice prossimo a 1,5 in poche regioni. In alcune è superiore alla media nazionale. Esiste la possibilità che 15 Regioni superino la soglia di criticità di occupazione di terapie intensive e aree mediche nel prossimo mese. Questo non tiene però conto del Dpcm del 24 ottobre e conseguentemente non tiene conto del loro impatto sulla curva di crescita. Sebbene gli effetti saranno presumibilmente positivi, ora non ci sono evidenze scientifiche che ci consentano di pronosticare e alla luce del report di venerdì scorso, siamo costretti a intervenire in un’ottica di prevenzione. Servono misure e una più stringente strategia per il contenimento del contagio da modulare in base alle criticità del territorio”.
Decisione per Regioni “Riteniamo necessario pertanto prendere una decisione che contempli nuovi provvedimenti sulla base del rischio concretamente rilevato nei territori. Sulla base di criteri scientifici predefiniti, elaborati dall’ISS, dal Ministero della Salute e da centri di ricerca, saranno necessari scenari diversi per Regioni”.
No a lockdown generalizzato “In Italia è stato elaborato questo sistema di monitoraggio, che oggi ci pone in una condizione diversa da altri paesi. Possiamo cambiare strategia rispetto alla prima fase quando abbiamo dovuto proteggerci all’interno delle nostre case, sospendendo vita e interazioni. A marzo, in assenza di un piano operativo certificato sul piano scientifico, senza un sistema di monitoraggio sofisticato, abbiamo emanato provvedimenti generali e uniformi su tutto il territorio nazionale che hanno portato a un lockdown generalizzato. Ora no: non useremmo misure efficaci per le regioni a rischio e ne useremmo troppo severe in zone con minori criticità. Ci saranno tre aree corrispondenti a tre scenari di rischio, a cui sono corrispondenti misure più o meno restrittive. Le misure dipenderanno da valori certificati di rischio con ordinanza del Ministro della Salute. Sarà possibile uscire ed entrare nella fascia a seconda del rischio. Dove non ci sono rischi elevati, ci saranno solo specifiche misure che possano rafforzare il contenimento”.
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