Uno perde la voce, l’altro, quasi sistematicamente (nei giorni di grande freddo si è arreso anche lui all’evidenza meteorologica) la giacca. In meno di due mesi si giocheranno tutto, il campionato e la Coppa Italia, l’uno contro l’altro, forse alimentando la reciproca stima e simpatia. Perché Antonio Conte e Walter Mazzarri non hanno mai nascosto questo stranissimo feeling, nonostante lo juventino non possa essere particolarmente grato al napoletano visto che una sconfitta in casa, contro di lui, gli costò l’esonero dalla prima panchina di serie A, quella dell’Atalanta. Ma quella fu una sfida ad armi impari (la squadra lombarda alla fine scese in B, Cannavaro e compagni arrivarono in Europa League), quella di domani sera sarà ad armi pari e a obiettivi quasi equivalenti. Perché se la Juve si gioca lo scudetto, il Napoli punta a un terzo posto che, al pari del titolo, garantisce l’accesso alla Champions, seppur attraverso la porta di servizio di uno spareggio. Mazzarri ha spiegato che avrebbe voluto Conte come suo vice. Sarebbe stato un bell’incontro di caratteri forti e di atteggiamenti pirotecnici. Un po’ come quello che ha caratterizzato la carriera del napoletano agli esordi: vice di Ulivieri, uno che mandava in fiamme le panchine e al manicomio gli arbitri.
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