Il faccia a faccia non ci sarà. Antonio Conte, in attesa di tornare in panchina il 9 dicembre a Palermo, non potrà stringere la mano a Walter Mazzarri sabato allo Juventus Stadium. Ma è solo un dettaglio, dovuto alla squalifica del tecnico bianconero per il calcio scommesse. L´impronta di Conte è più che mai impressa sulla Juventus. Stessa cosa per Mazzarri, l´uomo che ha regalato al Napoli il primo trofeo dell´era De Laurentiis, quella Coppa Italia sfilata proprio alla Juve a maggio.
Bravi e antipatici — Spesso i due aggettivi vanno di pari passo nel mondo del calcio, dove se vinci e hai una spiccata personalità attiri invidie e antipatie. Ci perdoneranno Andrea Stramaccioni e Vincenzo Montella, giovani preparati che attirano paragoni impegnativi. Non ce ne vorranno Francesco Guidolin, uomo abituato a produrre champagne da uve buone per il Tavernello, e Massimiliano Allegri, capace di vincere uno scudetto al primo anno di Milan. Ma Conte e Mazzarri rivendicano con pieno merito la palma di migliori allenatori della serie A. Il tecnico bianconero ha compiuto un miracolo sportivo, restituendo la mentalità vincente a una squadra impantanata dopo Calciopoli e i fallimenti di Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e Delneri. Per Mazzarri parlano i risultati, anche quelli pre-Napoli. La salvezza ottenuta con la Reggina nel 2006-07 partendo da -15 punti (poi ridotti a 11) resta un´impresa memorabile.
Così uguali — “Per essere un buon fantino non serve esser stato cavallo”. Arrigo Sacchi respinge così la tesi secondo cui chi non ha giocato a calcio non può allenare. Nel caso di Conte e Mazzarri il problema non sussiste, perché da giocatori sono arrivati in serie A. Entrambi centrocampisti, ma qui la bilancia pende dalla parte di Conte, in cima al mondo con la Juve di Lippi. Da allenatori la prima similitudine è il modulo. Mazzarri porta avanti il 3-5-2 da sempre. Conte lo ha adottato dopo essere partito anche a Torino con quel 4-2-4 che a Bari, Bergamo e Siena sembrava un dogma. Curiosità: il primo 3-5-2 proprio contro il Napoli di Mazzarri, per schierarsi a specchio. Per entrambi gli esterni sono fondamentali. E l´intensità è tutto. Non è un caso che Mazzarri straveda per Arturo Vidal, che avrebbe preferito a Gokhan Inler nel mercato dell´anno scorso, e Giorgio Chiellini. Due che Conte considera inamovibili. Chi lavora con loro li descrive come due martelli. Maestri della tecnica e preparatissimi su ogni avversario. Fenomenali nel motivare i giocatori. Le loro squadre possono perdere, ci mancherebbe. Ma difficilmente le vedrete prendere una scoppola. In comune anche una dote tipica dei leader. Conte e Mazzarri ci mettono la faccia. Guai a chi tocca il loro lavoro. A chi si azzarda ad attaccare un loro giocatore. Siamo noi contro il mondo, sembrano dire.
…e così diversi — Due uomini dal carattere così forte non possono avere solo punti in comune. C´è un diverso rapporto coi datori di lavoro. E Beppe Marotta, con cui entrambi hanno lavorato, c´entra fino a un certo punto. Mazzarri a Genova non ci andava d´accordo. C´è chi dice che si sia giocato una chance alla Juve proprio per questo. Conte invece ha stritolato proprio Marotta nel primo abbraccio post-scudetto a Trieste. A testimonianza di un rapporto solido anche quando non si sente il profumo dell´erba. Conte e Andrea Agnelli sono in sintonia totale. “Quando è stato gettato fango su Antonio – ha sempre detto il presidente della Juve – mi è bastato parlare 30 secondi con lui per capire che era tutto falso. So che persona è Conte”. Parole forti. Inequivocabili. A Napoli Mazzarri ha un rapporto conflittuale col datore di lavoro. De Laurentiis lo stima, ma non perde occasione per tenerlo sulla corda. I due si sono scontrati spesso, rimanendo sulle rispettive posizioni ma trovando il modo di coesistere. Comunque tutto tace sul fronte del rinnovo di contratto, che scade nel 2013. Per Conte invece ci sono già state più investiture pubbliche: è l´uomo al centro del progetto tecnico dei prossimi anni. La Juve che tornerà ai vertici anche in Europa, secondo i piani di Agnelli, dovrà essere guidata da lui. E il contratto fino al 2015 è solo un tassello. Importante. Ma non l´unico.
Fonte: gazzetta.it
La Redazione
P.S.
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